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L’Italia, in vista del semestre di presidenza europea nel 2003, rinnova alle Nazioni Unite la richiesta di moratoria delle esecuzioni capitali” “
Lo scorso anno 34 Paesi hanno eseguito 4.693 condanne a morte. Tra queste 4.445 in Asia, 161 in Africa, 21 in Europa (Cecenia) e 66 in America. Questi i dati del Rapporto 2002 sulla pena di morte curato dall’associazione “Nessuno tocchi Caino” e diffusi nei giorni scorsi. L’Italia ha intenzione di rinnovare, nel corso del proprio semestre di presidenza europea nel 2003, la richiesta alle Nazioni Unite di una moratoria mondiale delle esecuzioni capitali. Inoltre, nella seduta del 4 giugno scorso, la Camera dei deputati ha approvato in prima deliberazione la proposta di legge costituzionale per l’abolizione completa della pena di morte dal nostro ordinamento, compreso il codice penale militare in tempo di guerra. Alcuni giorni prima a Roma c’era stata la nascita ufficiale della coalizione mondiale contro la pena di morte. Numerose le testimonianze di condannati a morte presentate in quella occasione. Joaquin Josè Martin, ad esempio, è rimasto 5 anni nel braccio della morte di un carcere della Florida (Usa) con l’accusa di duplice omicidio prima di essere liberato. Durante la detenzione il ragazzo ha ricevuto lettere dalla Spagna (suo paese natale), dall’Italia, dal Marocco e dal Venezuela: “Il terzo mese ne ho ricevute 400: mi hanno dato forza”, ha ricordato Martin stupito dal veder confluire nell’impegno per l’abolizione della pena di morte “gente tanto diversa per provenienza, razza e credo religioso”.
Un impegno ecumenico. Anche le Chiese anglicana d’Inghilterra e luterana di Svezia, hanno rivolto un appello per l’abolizione della pena capitale. Secondo il vescovo luterano di Oslo, Gunnar Stålsett, “il problema della pena di morte è giuridico, morale e politico, ma soprattutto religioso. Il credo è stato usato per sostenere la pena di morte e lo è ancora oggi”; al contrario, “le convinzioni religiose dovrebbero ispirarci a fare scomparire la pena di morte dalla faccia della terra.”. Il vescovo luterano ha ricordato che negli Usa “i vescovi cattolici si sono fermamente opposti alla pena capitale, così come hanno fatto altre Chiese e comunità cristiane. Ma in molti Stati, la pena di morte è basata sul populismo della vendetta”. Invece proprio nel contesto del dialogo interreligioso “sarebbe appropriato per cristiani e musulmani raggiungere un accordo con le loro sacre tradizioni, come sono riportate nella Bibbia e nel Corano e nelle successive interpretazioni”. Secondo il Rapporto 2002 di “Nessuno tocchi Caino” sono 77 i Paesi del mondo dove la pena di morte è stata abolita completamente. Tra le 69 nazioni in cui è ancora in vigore, figurano Arabia Saudita, Cina, Giappone, Iran, Iraq e Stati Uniti. La Comunità di S. Egidio, tra i firmatari della Coalizione contro la pena di morte, ha anche promosso una campagna “Città per la vita contro la pena di morte”. Le città aderenti, tra cui risultano già Roma, Venezia, Barcellona e Grenoble, “doneranno” un monumento alla causa dell’abolizione della pena di morte che verrà illuminato in maniera particolare quando verranno fatti passi avanti significativi in questa direzione.
Chiara Santomiero