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Grecia: ” “fuori le donne dal Monte Athos, ma è legale?” “

Il 20 gennaio scorso, il ministro della cultura della Grecia, Evangelos Venizelos ha incontrato a Bruxelles una delegazione di eurodeputati e il presidente della Commissione Cultura dell’Europarlamento per discutere di una questione che ha suscitato grande interesse nell’opinione pubblica greca: il divieto di accesso alle donne nei territori del Monte Athos, un’area geografica di 400 chilometri quadrati dove sorgono 20 comunità monastiche, in rappresentanza di tutte le nazionalità della Chiesa ortodossa. La questione era nata il 14 gennaio quando l’Europarlamento con una esigua maggioranza di 277 voti a favore (255 contrari) ha approvato una risoluzione “non vincolante” secondo la quale il divieto “viola il principio universalmente riconosciuto dell’uguaglianza dei sessi, la legislazione comunitaria relativa alla non discriminazione e i provvedimenti sulla libera circolazione delle persone all’interno dell’Unione Europea”. Il ministro greco ha spiegato agli eurodeputati che la penisola “è governata autonomamente”, che “tutto il territorio appartiene ai monasteri ed è quindi suolo privato”. Venizelos ha poi precisato che la decisione di proibire l’accesso alle donne non è stata mai richiesta dal governo greco ma voluta dal Consiglio della comunità monastica. E’ una normativa – ha aggiunto – che risale al 1045 ed è stata confermata dalla Costituzione greca. Tali questioni comunque, ha detto il ministro, “appartengono ad una tradizione religiosa nei confronti della quale l’Ue dovrebbe confrontarsi con tolleranza e con un atteggiamento aperto”.