STORIA EUROPEA
Un sito internet sui conflitti del Novecento
Una banca dati sui principali luoghi della memoria dei grandi conflitti che hanno coinvolto i Paesi europei nella prima metà del ventesimo secolo: le due guerre mondiali (1914-1918; 1940-1945) e la guerra civile spagnola (1936-1939). È lo scopo del progetto europeo “Les chemins de la mémoire”, voluto dal “Memorial de Caen” e a cui hanno partecipato diverse istituzioni culturali in rappresentanza di 6 Paesi dell’Unione europea: Haus der Geschichte der Bundesrepublik Deutschland (Bonn, Germania); D-Day Museum (Portsmouth, Gran Bretagna); Ceges-Centre d’Etudes et de Documentation Guerre et Sociétés contemporaines (Bruxelles, Belgio); Museo de la Paz de Gernika (Guernica-Lumo, Spagna); Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna (Bologna, Italia). “L’obiettivo finale è avere un sito internet dove trovare i luoghi della memoria di ogni Paese, intesi sia come monumenti, piazze, parchi dedicati alla memoria di quei tragici eventi, sia come posti dove sono avvenuti fatti di particolare rilievo”, spiega ANGELO VARNI , presidente del Comitato scientifico che, in Italia, segue il progetto europeo. Il sito è dedicato allo storico JEAN-BERNARD MOREAU , morto lo scorso anno. Era il responsabile del polo scientifico del “Memorial de Caen”. Le sue ricerche furono principalmente orientate ai temi della seconda guerra mondiale, ai prigionieri di guerra e al 1944 in Normandia. DIMENSIONE EUROPEA. Nato come risposta al programma europeo di finanziamenti “Cultura 2000”, i frutti del progetto “Les chemins de la memoire” sono ora disponibili su internet (www.lescheminsdelamemoire.net ): nei sei Paesi sono stati censiti oltre 700 luoghi della memoria, “necessari per continuare a riflettere sulle contrapposizioni che hanno caratterizzato il secolo passato e costruire solide radici per un’Unione europea democratica, tollerante e pacifica”, afferma Vito Paticchia, coordinatore scientifico e organizzativo per la parte italiana del progetto. “Per ora la ricerca si è concentrata sui sei Paesi in rappresentanza dei quali vi sono state istituzioni aderenti al progetto, ma ciò non toglie che, in futuro, la banca dati possa essere arricchita con il contributo di altre Nazioni”, precisa Paticchia. Sul sito, per ogni località e ogni avvenimento è riportata una scheda storica in sei lingue (italiano, francese, spagnolo, inglese, tedesco e fiammingo), “elemento di unicità e ricchezza del progetto, che al tempo stesso gli dà una dimensione europea, favorendo un dibattito, all’interno delle singole nazioni, fra storici e istituzioni, sui conflitti che hanno scosso l’Europa”.RICONCILIARE LA MEMORIA. La ricerca ha messo in luce anche verità scomode. “Ad esempio, il ruolo in un certo senso ambivalente della presenza francese in Italia – sottolinea Paticchia -. Infatti, se tutti ricordano e sono unanimi nel condannare le atrocità commesse dalle truppe naziste, così non è per un’altra realtà ugualmente devastante, ossia i crimini sessuali compiuti dai militari francesi lungo la linea Gustav”. Una linea difensiva tedesca in Italia (settembre 1943 – primavera 1944) che tagliava il Paese dall’Adriatico al Tirreno per bloccare l’avanzata alleata. Questa verità ha scatenato anche polemiche ma sulla serietà della ricostruzione storica non ci sono dubbi. Secondo Varni, “l’Europa ha fin troppa memoria: c’è una stratificazione dei ricordi che, a lungo termine, pesa sulle vicende europee. Non sempre è una memoria riconciliata, anzi, a volte cela conflitti latenti che permangono nei secoli, per poi emergere all’improvviso, come ha drammaticamente dimostrato in tempi recenti il caso jugoslavo”. Tuttavia, il compito della memoria deve essere altro, essa “deve dare un senso comune, universale all’esperienza fatta, per superare le condizioni di antagonismo”. “La ricerca – ribadisce Varni – è proprio servita a questo scopo: superare i fattori di contrapposizione per giungere ad una memoria condivisa. Ciò non significa dimenticare chi sta da una parte o dall’altra, ma mantenere un equilibrio che metta in luce le ragioni e le posizioni di tutti, pur nel rispetto delle differenze e delle diverse valutazioni che si attribuiscono alle vicende storiche”.IL “MEMORIAL DE CAEN”. L’istituzione capofila del progetto, il “Memorial de Caen”, è un modello nella valorizzazione dei luoghi di memoria della seconda guerra mondiale. Istituzione privata nata negli anni ’80, comprende al suo interno come finanziatori, oltre ad organismi francesi, istituzioni dei Paesi che hanno preso parte allo sbarco in Normandia: Stati Uniti, Canada e Gran Bretagna. Il “Memorial”, che è anche il principale museo francese di storia contemporanea, rappresenta “un esempio da seguire e a cui ispirarsi per quanto riguarda la custodia della memoria, legata alla valorizzazione del territorio, anche mediante la costruzione di itinerari e percorsi per ricordare i luoghi dove è passata la storia”.