Terzo Festival dei diritti
Un’occasione per riflettere e confrontarsi sullo “spazio”, non solo fisico, di cui necessitano i ragazzi, in famiglia, a scuola, in città e in parrocchia. A questa edizione partecipano 21 scuole di ogni ordine e grado e 24 associazioni ed enti no-profit. La novità è il coinvolgimento degli allenatori che avviano alla pratica sportiva: una quindicina di realtà hanno firmato un patto educativo
“In un mondo senza cuore, non c’è spazio per nessuno. Solo guerre fratricide, di banchieri e mentitori. Ma se ogni popolo si fa piccolo, rispettando il suo vicino. A ogni giusto diritto-dovere corrisponderà la pace. Ci sarà, ci sarà, ci sarà, fateci spazio, non solo per sé, ma per ogni essere”… È un verso dell’inno del Festival dei diritti dei ragazzi, scritto dal cantautore don Mimmo Iervolino, in collaborazione con gli studenti del liceo scientifico “Colombo di Marigliano”. “Fateci spazio!” è lo slogan della terza edizione dell’iniziativa, che è promossa, dal 22 al 28 aprile, dall’Ufficio Scuola della diocesi di Nola, dalla cooperativa sociale “Irene ’95” di Marigliano e dall’assessorato alla Pubblica istruzione e beni culturali del comune di Nola.
Una comunità educante. È un festival che nasce “dal basso”, spiegano don Virgilio Marone, direttore dell’Ufficio scuola della diocesi di Nola, don Giuseppe Gambardella, presidente della cooperativa “Irene ’95”, e Cinzia Trinchese, assessore alla pubblica istruzione e beni culturali del Comune di Nola, “nella logica della comunità educante, tra una rete di soggetti pubblici e privati (scuole, amministrazioni comunali, enti no-profit, associazioni…) accomunati dall’intento d’impegnarsi a creare un movimento educativo e sociale che contribuisca attivamente a conseguire il fine del rispetto e della promozione della dignità delle ragazze e dei ragazzi del territorio locale”. In realtà, precisa Fedele Salvatore, responsabile della segreteria organizzativa del Festival e vicepresidente della cooperativa “Irene ’95”, “non vogliamo che il Festival sia un evento chiuso in se stesso, ma che sia inserito in un percorso che dura tutto l’anno, a partire dalla Giornata della memoria, il 27 gennaio, gli incontri con gli studenti promossi dall’Ufficio scuola diocesano, l’animazione estiva che coinvolgerà oltre 400 ragazzi, le attività da settembre del Centro per le famiglie”.
Alfabeti di convivenza. A questa edizione partecipano oltre ai promotori, sia nella fase della progettazione sia in quella di realizzazione, 21 scuole di ogni ordine e grado e 24 associazioni ed enti no-profit del territorio regionale campano. Una novità di quest’anno è il coinvolgimento degli allenatori che avviano alla pratica sportiva: una quindicina di realtà hanno firmato un patto educativo. “Siamo docenti, operatori sociali, educatori, che hanno scelto di cooperare nell’ambito del vasto mondo dei diritti umani e, in particolare, dei diritti dei ragazzi – prosegue Salvatore -. E per noi cooperare vuol dire pensare, educare a dare priorità alle idee come bene comune”. Infatti, chiarisce, “siamo convinti che di fronte alla crisi culturale che ci circonda la prima cosa da fare sia ricostruire gli alfabeti di convivenza, preoccuparci anzitutto di curare lo sguardo educativo sulle cose, la natura, il creato; far emergere il filo misterioso, ma nettamente percepibile, che ci collega e che ci fa uno”.
“Fateci spazio!”. L’idea del festival, sostengono don Marone, don Gambardella e Trinchese, “nasce dalla constatazione che mentre si procede speditamente e, forse, ‘spudoratamente’ sul fronte dell’affermazione-annuncio dei cosiddetti diritti individuali, si rischia un notevole arretramento sul fronte della garanzia dei diritti essenziali dei bambini e dei ragazzi che, nel migliore dei casi, sono l’appendice ‘minore’ del mondo degli adulti. Pensiamo all’organizzazione delle città in termini di spazi per il gioco e la socializzazione; alle condizioni in cui versa l’edilizia scolastica e la stessa organizzazione di alcune istituzioni scolastiche; alla mancata offerta di servizi per la prima infanzia (nidi, ludoteche…); alla persistente diffusione di maltrattamenti, abusi e violenze, soprattutto entro le mura domestiche e alla conseguente necessità di allontanare i bambini dalla propria famiglia”. Il Festival vuole essere uno spazio di confronto, riflessione e, soprattutto, d’incontro sui diritti dei bambini, dei ragazzi e dei giovani, affinché “cresca l’attenzione alla tutela dei loro diritti e al loro protagonismo nella comunità”. Il Festival di quest’anno s’incentra sullo slogan “Fateci spazio!”, perché l’invito è a riflettere e confrontarsi sullo “spazio”, non solo fisico, di cui necessitano i ragazzi, in famiglia, a scuola, in città e in parrocchia. Sarà caratterizzato da attività ed eventi centrali – attività laboratoriali espressive dei ragazzi, attività di gioco e sportive, mattinate al cinema e al teatro per ragazzi, convegni e seminari di studio e approfondimento, manifestazioni in piazza, marcia finale dei diritti – realizzati a Nola; a queste attività saranno affiancate decine di eventi “locali” realizzati nelle sedi e nei comuni di ciascun organismo aderente. Si concluderà con la Marcia dei diritti dei ragazzi che vedrà la partecipazione dei ragazzi delle scuole e delle associazioni del territorio.