E’ la domanda posta da p. Silvano Fausti,gesuita, ai parroci della diocesi di Milano durante il corso di aggiornamento pastorale sulla nuova evangelizzazione. Ilrelatore ha fatto notare che oggi “il nostro linguaggio incomprensibile a qualunque persona che non frequenta laChiesa”, che “una persona pu essere di qualunque religione o di nessuna ovunque si trovi. Quindi – ha aggiunto – per laprima volta da quando esiste l’uomo ci troviamo in un orizzonte di libert… assoluta, o quasi, nei confronti della natura,della morale e addirittura della religione”.Questa libert… assoluta ha come conseguenza per la Chiesa che “la nostra cultura precedente e anche la nostra teologiapastorale sono a un capolinea. O si esce in questa novit… che prende sul serio la libert… come fatto nuovo, costruttivo enormativo di ogni pensare e di ogni agire…oppure ci alieneremo sempre di pi questa grande citt…”. Secondo il gesuita ipastori debbono assumere anche la veste di “discepoli di questa realt…” da guardare con “grande attenzione e simpatia”.Basti pensare, ha ricordato, al fatto che oggi in Italia ci sono il 50 per cento dei divorzi all’anno rispetto ai matrimoni.Linguaggi, modalit… pastorali, stili della vita parrocchiale, tutto deve perci essere rivisto per potersi “agganciare davveroalla citt…” e per non cadere in forme di “fondamentalismo, incomprensione e di divorzio dalla cultura”.