Una festa di 1000 anni quella che si celebra oggi e domani a Gerano (Rm), centro nella diocesi di Subiaco, in onore di Santa Anatolia. Una festa condivisa tra la popolazione locale e migliaia di nomadi che affluiscono da tutto il mondo nella piana dove si erge la chiesa del VI secolo di Santa Anatolia, giovane martire, nel 250 sotto l’imperatore Decio, eletta dai nomadi a loro protettrice.” “”La festa viene aperta – spiega don Giovanni Censi, parroco di Gerano – da una processione con in testa dei nomadi a cavallo. Nel pomeriggio un altro corteo, questa volta aperto da donne, in vestiti tradizionali, con dei grandi ceri si reca nella chiesa per le preghiere recitate insieme a molta altra gente, non solo del posto, accorsa per l’occasione. In serata si celebra la messa ed è capitato, qualche volta, di amministrare anche il sacramento del battesimo”. ” “Una festa che rivela la devozione dei nomadi: “E’ un popolo devoto con una discreta preparazione sacramentale – conclude don Censi -. La loro presenza per santa Anatolia non si limita solo al tempo della festa ma a tutto l’anno. Capita spesso, infatti, che piccoli gruppi di nomadi arrivino fin qui per intercedere per qualche familiare o amico in difficoltà. E molti di loro tornano per ringraziare e lasciare un ex voto”. La festa prosegue con balli, rodei e caroselli a cavallo mentre domani nella fiera verranno venduti prodotti artigianali. E’ prevista un’affluenza di circa diecimila persone. ” “Secondo stime della Fondazione Cei, Migrantes, in Italia i Rom e Sinti erano circa 100 mila fino all’arrivo, dalla ex Jugoslavia, di altri gruppi agli inizi degli anni ’90. Con i nuovi la stima sale a 130 mila persone.” ” ” “