LITURGIA: VENERDÌ SANTO, LA PREGHIERA PER GLI EBREI (2)

La preghiera per gli ebrei era già stata modificata, nel 1959, da Giovanni XXIII che aveva eliminato l’aggettivo "perfidis" e il successivo riferimento alla "perfidia" giudaica. Ancora prima, Pio XII aveva fatto precisare dalla Congregazione dei riti che la formulazione "pro perfidis judaeis" stava a indicare "per i giudei che non hanno la fede" e non per gli ebrei "perfidi". Ecco una nostra traduzione, non ufficiale, del nuovo testo: "Preghiamo per gli Ebrei. Il Signore Dio Nostro illumini i loro cuori perché riconoscano Gesù Cristo Salvatore di tutti gli uomini. Dio Onnipotente ed eterno, Tu che vuoi che tutti gli uomini si salvino e giungano alla conoscenza della verità, concedi propizio che, entrando la pienezza dei popoli nella tua Chiesa, tutto Israele sia salvo". Va ricordato che il "Missale Romanum" del 1962 costituisce la "forma extraordinaria" del rito romano, concessa alle condizioni indicate dal Motu Proprio di Benedetto XVI; il suo uso nel Triduo pasquale riguarderebbe, pertanto, solo gruppi particolari. In tutte le parrocchie (e nelle altre chiese non parrocchiali, anche se non in tutte si celebra la liturgia del Venerdì Santo) si pregherà secondo la formula del Messale di Paolo VI che recita: "Preghiamo per gli Ebrei: il Signore Dio nostro, che li scelse primi fra tutti gli uomini ad accogliere la sua parola, li aiuti a progredire sempre nell’amore del suo nome e nella fedeltà alla sua alleanza".