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Regione Campania. Misure per uscire dal gioco d’azzardo patologico

Una legge per combattere la ludopatia

Una legge per combattere la ludopatia. La proposta normativa bipartisan, “Misure di solidarietà in favore delle persone affette da gioco d’azzardo patologico”, presentata in questo mese di marzo con una conferenza stampa al Consiglio regionale, prevede tutta una serie di servizi di assistenza: dall’istituzione di ambulatori dedicati al fenomeno presso le aziende sanitarie locali alla formazione di personale esperto nella cura della patologia. Così come misure di sostegno agli enti locali per l’elaborazione di progetti finalizzati a individuare nuovi strumenti di finanza sociale e per la costituzione, in forma associata, di fondi di garanzia. Previste anche misure di sostegno alle associazioni di volontariato che si occupano esclusivamente delle persone affette da Gap (gioco d’azzardo patologico), supportando anche attività di ricerca e studio attraverso l’istituzione presso l’osservatorio epidemiologico regionale di un’apposita sezione. In Campania si contano 85 mila giocatori a rischio dipendenza e un giro d’affari di 9 miliardi per il solo mercato legale.Evitare le truffe. Giudica positivamente la proposta padre Massimo Rastrelli, presidente della Fondazione “san Giuseppe Moscati”, che opera in tutta la Campania, anche in appoggio a quello che si sta facendo a livello nazionale. Il religioso, però, precisa che il fenomeno è ancora più esteso: “Ottantacinquemila sono quelli conosciuti – afferma padre Rastrelli – ma siccome gli indicatori usati non sono sufficienti, sono molti di più i giocatori a rischio”. Il religioso evidenzia come il problema sia esteso anche “ai più giovani, fin dai 12 anni”. La legge è positiva, ma “può restare anche inattiva, se le persone non la vogliono far funzionare”. Il rischio, per il presidente della Fondazione, è che “ci potrebbero essere dei malintenzionati che si daranno da fare per usufruire della legge, senza aiutare effettivamente chi ha la dipendenza dal gioco”. Padre Rastrelli spiega: “La legge prevede aiuti a quelli che debbono aiutare, ma mi chiedo quali sono i controlli previsti su chi dice di aiutare”. Insomma, in un settore così delicato, “bisogna evitare truffe”. La legge regionale prevede anche programmi di sensibilizzazione e prevenzione del Gap rivolte a studenti, genitori e insegnanti per far conoscere la pericolosità del fenomeno e uno screening della popolazione scolastica per individuare Gap tra gli adolescenti. “Va bene farla, ma – evidenzia il religioso – il problema è che, da un lato, s’invitano le persone a non giocare e dall’altro si concede di aprire le sale bingo nei quartieri popolari. È evidente la contraddizione”. Primo passo. In prima linea contro il gioco d’azzardo è la Fondazione “Exodus 94”, organizzazione antiusura nata 18 anni fa nella diocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia. Non a caso, già a gennaio 2011, ha promosso il convegno “Non giochiamoci la vita… gioco d’azzardo e usura”. L’anno scorso il presidente Daniele Acampora ha anche firmato un protocollo d’intesa con il Sert dell’Asl Napoli 3 Sud, per la realizzazione di una rete di supporto per le vittime delle nuove dipendenze, con particolare riferimento ai fenomeni del gioco d’azzardo e dell’usura. “Segnaliamo al Sert le persone che vengono da noi con problemi economici legati al gioco, per avviare con loro un percorso di riabilitazione e recupero con gli psicologi del Sert”, spiega Acampora. A sua volta la Fondazione fornirà assistenza a queste persone per evitare l’eventuale ricorso all’usura. “La proposta di legge regionale è un primo passo – sottolinea Acampora –, anche se siamo lontani dalla risoluzione della questione. Il problema è che negli ultimi anni si sono moltiplicati i giochi d’azzardo legali”. Comunque, ammette il presidente della Fondazione, “è bene che attraverso questa proposta di legge si parli del problema della dipendenza dal gioco d’azzardo, considerata alla stregua della dipendenza dall’alcol e dalla droga”. La fotografia offerta da Acampora della situazione in Penisola Sorrentina, territorio nel quale agisce la Fondazione, è preoccupante: “C’è stato un fiorire di sale gioco in poco tempo: a Sorrento una sala di 850 metri quadrati con 75 macchinette, aperta anche di notte; poi una sala gioco a Piano, una a Sant’Agnello e una a Sant’Agata. Nelle vicinanze di questi locali aprono anche i negozi ‘Compro oro’, dove la gente s’impegna gli ultimi averi che ha, dopo essersi completamente impoverita”. Un altro aspetto negativo è che si è abbassata l’età dei giocatori: “Purtroppo oggi tutti giocano, anche i giovanissimi. Per questo, come Fondazione abbiamo avviato un percorso nelle scuole per incontrare gli adolescenti. C’è spesso una visione distorta del denaro tra i ragazzi. Ad aprile avvieremo il percorso anche in altre scuole. Siamo consapevoli, però, che si tratta di una goccia di fronte al bombardamento mediatico. È bene, allora, che la Regione faccia questa legge, ma è necessario che il Governo agisca concretamente”. Proprio su questo fronte, i ministeri della Salute e della Cooperazione e Integrazione, con delega anche alle Politiche giovanili, starebbero pensando a un disegno di legge finalizzato a vietare la pubblicità dei giochi, compreso il “Gratta e vinci”. a cura di Gigliola Alfaro(28 marzo 2012)