Incontro a Stresa
Padre Umberto Muratore, direttore del Centro internazionale di studi rosminiani, traccia un bilancio: “Quest’anno abbiamo approfondito la questione delle psicologie del profondo (Freud, Jung, Adler, Husserl) per rapportarle sia alle nuove scoperte scientifiche sia alla nostra tradizione cristiana”
Si è concluso giovedì 27 agosto il XVI corso dei Simposi rosminiani, promosso a Stresa dal Centro internazionale di studi rosminiani, in collaborazione con il Servizio nazionale per il Progetto culturale della Cei. “Persona, psiche e società. Sulle tracce dell’umano” il tema affrontato quest’anno. Tra i relatori il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino. A padre Umberto Muratore, direttore del Centro internazionale di studi rosminiani, abbiamo chiesto un bilancio dell’incontro.
Padre Muratore, ci vuole spiegare la scelta del tema per l’edizione 2015?
“Abbiamo scelto questo tema in sintonia con la Chiesa italiana che sta preparando il suo quinto Convegno ecclesiale nazionale di Firenze, centrato sull’uomo che va verso Cristo. L’intenzione è stata quella di realizzare una sinergia con la Cei. In secondo luogo il tema intendeva proseguire un discorso iniziato l’anno scorso, abbiamo infatti parlato di neuroscienze. Quest’anno abbiamo approfondito la questione delle psicologie del profondo (Freud, Jung, Adler, Husserl) per rapportarle sia alle nuove scoperte scientifiche sia alla nostra tradizione cristiana. Abbiamo riunito scienziati, neuroscienziati, psichiatri, filosofi e teologi sperando di riuscire a fotografare la situazione di oggi e a capire come queste diverse discipline possano contribuire a una crescita e a una presa di coscienza maggiore dei valori del cristianesimo”.
Il beato Rosmini sottolineava l’importanza di non trascurare nessun aspetto della persona umana. Oggi quanto c’è il rischio di privilegiare solo un lato a scapito dell’altro?
“Oggi è un rischio altissimo perché sono decaduti, un po’, nelle varie discipline quei principi che li unificavano. Ognuno va per conto suo. Oggi c’è la conoscenza del particulare’. Persino all’interno di ogni singola scienza ci sono tante specializzazioni. Rosmini, più che uno scienziato, era un conoscitore dell’uomo. A lui interessava l’uomo intero. Il beato ha anche scritto due volumi sulla psiche umana. Certo, ci possiamo chiedere come degli scritti dell’Ottocento possano essere interessanti oggi, soprattutto perché riguardano una materia in continua evoluzione. In realtà, Rosmini quando tratta dell’anima si interessa dei principi soprattutto. E, in questo senso, l’uomo rimane sempre lo stesso nei secoli. Poi, ovviamente, Rosmini offre delle applicazioni dettate dal suo tempo, secondo l’ordine del progresso che le scienze avevano fatto all’epoca, ma il suo pensiero resta fecondo e valido perché ci dà i principi su cui poi basare le nostre applicazioni”. Nel tema scelto per il corso si parla di “tracce dell’umano”.
Oggi quanto tali tracce sono disperse e qual è la strada per ritrovarle, anche secondo le indicazioni di Rosmini?
“Viviamo in un periodo nel quale si moltiplicano le analisi, che hanno bisogno, poi, di essere unificate. Rosmini ci offre delle regole per convogliare le nuove scoperte verso degli ideali e una strada verso cui camminare. Possiamo dire che ci incoraggia a metterci sulle tracce dell’umano, considerandole come elementi preziosi, e a non viverle nella frantumazione, dando un senso globale alla vita”. Durante il corso sono stati affrontati argomenti di grande attualità. Il primo tema è stato la famiglia e i nuovi legami…”È stata offerta, prima di tutto, dai filosofi un’immagine della famiglia ideale. Al tempo stesso, è stata data una fotografia di quella che è concretamente la famiglia oggi, con le situazioni esistenziali che si vivono in una società liquida come l’attuale”.
Si è parlato anche dell’esigenza imprescindibile dell’educazione…
“Su questo fronte si è dovuto ammettere che, essendo mutata la famiglia rispetto al passato, gli insegnanti fanno un’enorme fatica a instaurare un dialogo con i genitori. Oggi, infatti, sono cambiate le prospettive. Un tempo, i genitori davano credito agli insegnanti, per esempio quando i ragazzi avevano cattivi risultati a scuola, mentre oggi difendono a spada tratta i figli, dei quali si formano un’immagine idilliaca e fuorviante”. Si è discusso pure delle sfide che pone la società odierna…”Sono emersi soprattutto il senso del limite, la fragilità, il grande bisogno di relazione affettiva. Un altro problema grosso di cui si è parlato è quello delle persone ferite nella psiche in modo grave, non tollerabile: oggi questo peso viene scaricato tutto sulle famiglie, con grandi sofferenze”.
Quale bilancio può trarre dal corso?
“L’indicazione generale è che dobbiamo prendere atto delle situazioni attuali, senza scoraggiarci mai, non dobbiamo demonizzare nulla. Bisogna andare avanti senza superbia, con tentativi che possono anche risultare errati, ma che potremo sempre correggere”.