Festival biblico
Al filosofo Umberto Curi, oggi pomeriggio, durante un incontro del Festival biblico a Padova, sulle novità della dimensione comunicativa introdotta da Papa Bergoglio viene chiesto se quello che dice Papa Francesco può generare interrogativi anche dal punto di vista filosofico. “La risposta è sì, ma la questione è complessa – spiega il filosofo – e c’è il rischio di un malinteso: pensare che il Papa sia un insuperabile comunicatore capace di celare, nell’utilizzo sapiente dei nuovi media, una sostanza conservatrice e ipertradizionalista. La novità è solo il modo astuto con cui comunica? Ho la convinzione che non sia così”. Al contrario, “il suo linguaggio e l’uso insistente di alcuni simboli, come il non aver voluto utilizzare le scarpe rosse dei pontefici o il metallo vile della croce che indossa, vanno interpretati. Il Vangelo dice: ‘Il vostro linguaggio sia sì sì no no, il di più viene dal maligno’. La fonte della comunicazione anche simbolica del Papa va cercata nel Vangelo”. E continua Curi: “Le esternazioni di Papa Bergoglio mostrano chiaramente il ritorno di alcune grandi questioni della tradizione filosofica occidentale, non solo sul piano morale, in cui Papa Bergoglio è particolarmente impegnato, ma su questioni di fondo del pensiero occidentale; e alcune sue affermazioni interloquiscono con il pensiero filosofico costituendo una differenza dalle modalità di Papa Ratzinger, che coglieva nel pensiero contemporaneo il trionfo del relativismo e vi individuava una sorta di malattia da cui guarire. Non è questa la posizione di Papa Bergoglio, che è forse meno rigoroso e preciso ma mostra un rapporto libero da questa pesante ipoteca negativa nei confronti del pensiero filosofico contemporaneo”.
Poi il dibattito si sposta sulla questione della libertà. Papa Bergoglio è veramente libero? Risponde Curi che quella della libertà è una questione filosofica di fondo cui per il momento non è stata data una risposta definitiva e verosimilmente non vi sarà mai data. “Distinguerei quindi – evidenzia – la libertà ‘di’ poter fare qualcosa e quella ‘da’ vincoli e condizionamenti che la possano limitare. L’atteggiamento di Papa Bergoglio suscita l’impressione di essere un uomo libero: ma lo è non perché può fare qualunque cosa ma perché si riconosce all’interno di una Parola, di una prospettiva, di cui avverte l’inderogabile necessità. Essere libero significa risonoscere questa inderogabile necessità”.