IL RITORNO AL MILAN

Salvare Balotelli” “mission impossible?

La domanda è questa: cosa avrebbe fatto il vecchio Paròn Rocco se il presidente dell’epoca gli avesse imposto di mettere in squadra un certo Balotelli Mario, di professione calciatore, di mestiere rompiscatole? Un nero di talento, ma con la testa da eterno adolescente pure con la sindrome del perseguitato? Lui che era abituato alla signorilità di Maldini padre e alle geometrie calcistiche dell’abatino Rivera, difficilmente se la sarebbe bevuta la storia della conversione e della voglia di rigare diritto. Forse gli avrebbe tirato uno dei suoi calcioni nel sedere e lo avrebbe apostrofato in triestino stretto. Per poi fargli mangiare la polvere del campo. Altro che cresta e orecchini da diporto!Altri tempi, altro calcio, penserete. Ma cosa dire dinanzi alla necessità di mettere nero su bianco, in un contratto, norme di semplice buona educazione per un professionista? A nessuno viene in mente che dettare regole di comportamento a un giocatore professionista e plurimilionario (in euro) è già un annuncio di sconfitta?Dunque, auguri a quel gran testone di allenatore che è Siniša Mihajlović. Uno tosto come gli allenatori di una volta (a Nereo Rocco sarebbe piaciuto), e con la grinta di quelli a cui non la si fa perché tutto quello che ha se l’è dovuto conquistare. Per lui, uno zingaro del calcio costretto a fuggire dalla guerra nei Balcani, cosa sarà mai mettere in riga un Balotelli qualunque…Auguri a Mihajlović e anche al calcio italiano che avrebbe bisogno di un campione in più e di un ragazzotto viziato e presuntuoso in meno.