DA 75 ANNI" "
Oggi la Comunità di Taizé compie 75 anni. Lo ha ricordato ieri, 19 agosto, Papa Francesco, a conclusione dell’udienza generale, rivolgendo un saluto, "accompagnato dalla preghiera, ai fratelli monaci nel ricordo dell’amato fondatore frère Roger Schutz, di cui proprio tre giorni fa abbiamo ricordato il 10° anniversario della morte", e augurandole "buon cammino". Una novità dirompente per la Chiesa, la Comunità di Taizé, ma anche per l’Europa allora dilaniata dalla seconda guerra mondiale; una realtà oggi apprezzata dai leader della Chiese cristiane e dai responsabili dell’Unione europea, meta di tanti giovani.
Proprio nei giorni scorsi (9-16 agosto) si è svolto il "Raduno per una nuova solidarietà" cui hanno partecipato migliaia di under 35 di tutto il mondo. Per l’occasione sono rientrati tutti i frère che oggi vivono nelle "periferie" dei diversi continenti, accanto ai poveri e ai diseredati tanto cari al Papa. E il pensiero non può non andare agli instancabili appelli di Francesco a promuovere una "globalizzazione della solidarietà" contro la "globalizzazione dell’indifferenza".
Nel messaggio inviato per l’occasione a frère Alois, priore della Comunità, il Pontefice ha auspicato che essa possa mantenere sempre "ardenti" la testimonianza a Cristo e l’appello all’amore di frère Roger. Con la sua morte violenta per mano di una squilibrata, egli ha lasciato un messaggio di pace, riconciliazione, misericordia, ciò che costituisce il cuore del Vangelo e della predicazione di Francesco che alla misericordia ha voluto dedicare un Anno giubilare.
Ma il fondatore è stato anche testimone di quell’ecumenismo del sangue di chi paga di persona, con la vita, la propria fede e la ricerca dell’unità dei cristiani e della famiglia umana. Un sangue che scorre senza distinzione di confessione e testimonia che per la Chiesa è sempre tempo di martirio. Nel suo messaggio, il Papa ha inoltre sottolineato l’amore di frère Roger per i giovani, che a Taizé si sentono rispettati e accompagnati nella loro ricerca spirituale. E i due temi s’intrecciano. Ortodossi, cattolici e protestanti: il loro incontrarsi nei raduni internazionali, consapevoli delle differenze che ancora li separano ma capaci di spingere oltre lo sguardo cogliendo ciò che già li unisce, è una nuova tessera che ogni volta si aggiunge al mosaico del cammino verso la piena comunione. L’unità è un sogno possibile.