PRONTE LE LINEE GUIDA
Il segretario generale della Cea e vescovo di Chascomús, monsignor Carlos Malfa: “Si deve avere il coraggio di Papa Francesco di chiedere perdono”. L’invito a “non sottovalutare mai una denuncia” e ad avere piena coscienza del ruolo e della missione di pastore che compete a chi riceve una denuncia e deve portare avanti l’indagine preliminare. Suggerite anche norme di comportamento
La Conferenza episcopale argentina (Cea) ha presentato ieri (5 agosto) a Buenos Aires le "Linee guida per i casi di abuso sessuale nei confronti di minori da parte di chierici", approvate in occasione della 105ª Assemblea plenaria di aprile 2013 e inviate alla Santa Sede per la revisione finale. È stato il segretario generale della Cea e vescovo di Chascomús, monsignor Carlos Malfa, a presentare il documento nell’ambito del corso "Aggiornamento della Curia nei delitti commessi da sacerdoti e religiosi", organizzato dalla Pontificia Università Cattolica. Il 27 maggio scorso già la Conferenza episcopale cilena ha presentato le linee guida per i casi di abuso sessuale sui minori, intitolate "Cura e speranza. Linee guida per i casi di abuso sessuale nei confronti dei minori".
Aspetti giuridici e pastorali. Le linee guida della Cea si suddividono, dopo un preambolo, in una parte dedicata a una prospettiva esclusivamente giuridica e in un’altra agli orientamenti pastorali. "Riconosciamo e apprezziamo lo zelo apostolico con cui i sacerdoti servono il popolo di Dio che è pellegrino in Argentina si legge nel preambolo delle linee guida -. La condotta immorale di pochi non squalifica né sminuisce il servizio svolto con abnegazione dalla maggioranza. Speriamo che queste linee guida siano un apporto a un migliore esercizio del ministero sacerdotale nella missione di tutta la Chiesa". Nella prima parte viene precisato che le linee guida si riferiscono esclusivamente a casi di abusi sessuali in cui le vittime siano minori di 18 anni e i responsabili chierici. Sono, però, equiparati ai minori coloro che non hanno un uso perfetto della ragione. Ciascun ordinario farà in modo che tutti i fedeli sappiano qual è l’iter da seguire in caso di abusi. Venuto a conoscenza di un possibile abuso, l’ordinario, dopo averne valutato la verosimiglianza, procederà con un’indagine preliminare e, al tempo stesso, farà in modo che sia salvaguardato il buon nome di tutte le persone coinvolte. L’ordinario potrà anche stabilire misure cautelari, se lo ritenesse conveniente. L’ordinario offrirà anche sostegno spirituale e psicologico alle presunte vittime. Se l’accusa si rivelerà falsa, il caso sarà archiviato; se, al contrario, ci sono elementi per iniziare un procedimento penale, la fase preliminare si concluderà con un decreto dell’ordinario, che invierà una copia autenticata del dossier preparato sul caso alla Congregazione della dottrina della fede, dalla quale si attenderà una risposta su come procedere. Nella parte dedicata agli orientamenti pastorali, si chiarisce che "le vittime presunte o provate di abusi sessuali e le loro famiglie devono essere ricevute e ascoltate personalmente, e con carità pastorale, dai vescovi e dai superiori maggiori degli istituti di vita consacrata e società di vita apostolica. Si tratta di un impegno delicato che richiede una particolare attenzione in virtù della gravità della questione e anche per le forti reazioni affettive ed emotive che causa".
Tolleranza zero. Come ha spiegato monsignor Malfa, le linee guida indicano "il dovere di una risposta adeguata" alla problematica degli abusi sessuali sui minori perpetrati da alcuni sacerdoti. "L’applicazione di queste linee – ha affermato il presule – ci mette in sintonia con la tolleranza zero dettata da San Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco". Monsignor Malfa ha esortato a "non sottovalutare mai una denuncia" e ad avere piena coscienza del ruolo e della missione di pastore che compete a chi riceve una denuncia e deve portare avanti l’indagine preliminare. "Si deve avere il coraggio di Papa Francesco di chiedere perdono", ha aggiunto il presule. Anche in Argentina lo stato di allerta è alto. S’invita a essere prudenti e a lavorare nella prevenzione senza aspettare che ci sia una denuncia contro un sacerdote per assicurare l’integrità dei minori. Si suggerisce poi di adottare misure pratiche, come non consentire a un religioso di occupare la stessa tenda da campo dei minori in occasione di escursioni o campeggi o evitare di restare solo con un minorenne in luogo chiuso. Si avvertono inoltre i sacerdoti sulla necessità di evitare espressioni di affetto che possano essere fraintese. "Non sarà mai facile, ma sempre un obbligo gioioso, armonizzare nella missione della Chiesa, segno e strumento del Signore, l’esercizio della prudenza, la giustizia, la misericordia e l’amore", si legge nell’ultimo punto delle linee guida.