Ottant'anni

Compleanno Papa Francesco: padre Lombardi, “la grazia di stato continui a sostenerlo”

Gli auguri di padre Federico Lombardi, già direttore della Sala Stampa Vaticana: “La grazia di stato continui a sostenerlo nel portare avanti con entusiasmo e gioia sempre nuovi l’annuncio del Vangelo”. E ancora: “Onestamente credo che il Papa non abbia alcun desiderio per regali fatti di cose. Per quella che è la mia conoscenza, mi pare di poter dire che le cose che più gli fanno piacere siano proprio gli incontri con i poveri che non mancano di andare a trovarlo, con i giovani e i bambini. Si tratta di doni di natura immateriale, di vicinanza e di cordialità spirituale e umana: queste le cose che gli fanno sicuramente piacere”

Per posta, tramite i social (è stato addirittura creato l’hastag #Pontifex80), di persona nel corso delle udienze e per mille altri canali ancora. Per sabato 17 dicembre, giorno in cui papa Francesco festeggia il suo 80° compleanno, un po’ tutto il mondo si è mobilitato per fargli giungere gli auguri e manifestare affetto e vicinanza non a un “young pope” ma a un Papa estremamente giovane, come conferma in questa intervista padre Federico Lombardi, direttore sino a pochi mesi fa della Sala Stampa Vaticana, compito che l’ha portato a esser uno dei più stretti collaboratori di un Papa che, sin a quel “buonasera” con cui si è presentato la sera del 13 marzo 2013, ha saputo conquistare il mondo. Un rapporto che si è consolidato col passare dei giorni grazie a uno stile e un entusiasmo nuovi.

Padre Lombardi, lei è stato al fianco di papa Francesco sin dai primi giorni del suo pontificato. Dove trova le energie e la forza per affrontare con entusiasmo la missione che gli è stata affidata?
Per noi che siamo credenti c’è un fattore molto preciso che in termini tecnici si chiama grazia di stato. Quando il Signore Dio chiama ad assumere un compito, una responsabilità, un determinato servizio dà anche la grazia necessaria, le forze umane e spirituali particolari per poterlo fare. Questo, con papa Francesco, è assolutamente chiaro e caratteristico. Lui è stato eletto Papa già ad una certa età, quando già stava preparandosi alle dimissioni anche da arcivescovo di Buenos Aires e quindi non aveva davanti prospettive di un impegno immenso, incredibile da un punto di vista delle responsabilità e delle energie. Più di una volta ho avuto modo di domandargli nel corso dei lunghi viaggi apostolici segnati da un grande dispendio di energie, dove trovasse tutta la forza e tutta l’energia per svolgere il ministero petrino con tanto slancio ed entusiasmo anche in situazioni molto impegnative sotto il profilo fisico.

Con grande schiettezza e spontaneità mi ha sempre risposto che era la grazia di stato a dargli il dinamismo e l’entusiasmo con cui si dedica al servizio che il Signore gli ha chiesto. Tutto questo, ovviamente, senza dimenticare la preghiera, dall’unione con Dio e dalla fiducia in lui.

La storia recente ci ha consegnato pontefici che riescono a dare un’immagine sempre nuova e fresca della Chiesa, nonostante la loro età avanzata. Come legge questo aspetto?
Non bisogna scordare che i papi sono persone che rispondono spiritualmente a una missione e ad una chiamata, sono persone di fede e quindi credono che il Signore accompagna il cammino della Chiesa, sanno leggere la continua presenza dello Spirito di Dio che illumina, suscita creatività, novità ma anche risposte di fede ai problemi del mondo di oggi. Papa Francesco, nello specifico, ha il dono,

il carisma della prossimità,

della capacità di essere vicino alla gente nel testimoniare l’amore di Dio, caratteristiche che non sono per nulla influenzate dalla sua età.

Tanti sostengono che lo scarto generazionale sia il più grande limite al dialogo con i giovani. Una regola che sembra non valere per papa Francesco…
Sì. Come pastore è sempre stato vicino al suo popolo, in tutte le fasi del suo ministero sacerdotale ed episcopale. E in questo popolo i giovani hanno sempre avuto una grande importanza. Più volte ho sentito papa Francesco raccontare degli incontri che aveva con i giovani a Buenos Aires, della voglia di interloquire con loro, di coinvolgerli senza essere distaccato o teorico nelle sue espressioni e questo continua anche oggi. Questa vicinanza trova espressione anche in tanti gesti che sono quelli che affascinano i giovani, che restano meravigliati dalla prontezza con cui papa Francesco risponde alle loro provocazioni. Non bisogna dimenticare che papa Francesco è un profondo conoscitore di quelle forme di comunicazione che sono tipiche del mondo giovanile, selfie, tweet, social media, attraverso cui con parole brevi lancia messaggi che lo fanno sentire come una persona straordinariamente vicina ai giovani, molto di più di tanti altri leader di questi tempi.

L’immagine che papa Francesco trasmette al mondo è quella di un uomo distaccato dalle cose materiali, dal superfluo. Quale potrebbe essere, secondo lei, il regalo ideale per il suo compleanno?
Onestamente credo che il Papa non abbia alcun desiderio per regali fatti di cose. Per quella che è la mia conoscenza, mi pare di poter dire che

le cose che più gli fanno piacere siano proprio gli incontri con i poveri che non mancano di andare a trovarlo, con i giovani e i bambini.

Si tratta di doni di natura immateriale, di vicinanza e di cordialità spirituale e umana: queste le cose che gli fanno sicuramente piacere.

In questi giorni è facile immaginare che siano molti gli auguri e gli attestati di stima e di affetto che stanno giungendo in Vaticano. Papa Francesco ha la percezione di essere molto amato dalla gente e cosa pensa di questo attaccamento?
Sì, il Papa sente l’affetto e il conforto della gente. Anche papa Benedetto più volte diceva di sentire il sostegno della gente per la sua fede e il suo servizio, sostegno che veniva dalla preghiera e dall’affetto che gli manifestavano i fedeli. Una persona che ha una comunicativa così intensa e diretta come papa Francesco è naturale che avverta il profondo e sincero legame con la gente, con i fedeli, anche se non è tanto l’affetto per la sua persone che va chiedendo, ma quello per il Signore. Più di una volta, dopo essersi affacciato alla finestra del suo studio per l’Angelus domenicale e aver sentito salire da piazza San Pietro il coro di “Viva il Papa”, ha invitato i fedeli riuniti a gridare piuttosto “Viva Gesù”.

Papa Francesco sa che il vero termine del rapporto affettivo con la gente non è la sua persona, ma Gesù.

Facile immaginare che tra i tanti auguri ci saranno anche quelli del predecessore Benedetto, nei cui confronti papa Francesco sembra nutrire una sorta di devozione filiale…
Benedetto è stato il papa del card. Bergoglio, e da lui ha ricevuto tutto il rispetto, l’amore e l’affetto che ogni credente, ogni figlio della Chiesa, in particolare ogni cardinale che è legato da una particolare vicinanza di fedeltà e di servizio al Papa deve avere. Tutto questo non è certo venuto meno con l’avvicendamento, tra loro è rimasto un rapporto spirituale profondo; sono assolutamente convinto che, e questo si vede molto bene negli atteggiamenti, esista una profonda confidenza, una profonda fiducia e un legame profondo fra due persone di fede.

C’è un augurio particolare che vorrebbe far giungere a papa Francesco?
Il mio augurio è lo stesso che ha aperto questa intervista: che la grazia di stato continui a sostenerlo nel portare avanti con entusiasmo e gioia sempre nuovi l’annuncio del Vangelo.

(*) “La Voce del Popolo” (Brescia)