Pasqua 2017
La vittoria sulla morte è vittoria sul male e radice della nostra speranza. Coraggio il Signore è veramente risorto, la vita nuova è iniziata. Questa è la vera unica notizia nuova dall’origine del mondo!
La settimana santa è da qualche tempo anche da noi occasione di Vie Crucis che sono vere e proprie sacre rappresentazioni della passione del Signore. L’organizzazione di queste rappresentazioni immagino che coinvolga tutti coloro che ne fanno parte. Immagino che partano da una riflessione sui testi evangelici, ricompresi nelle situazioni attuali personali e non solo. Forse prevale l’interesse presente piuttosto che quello storico. Fosse così il testo a cui si attengono non sarebbe un resoconto di cronaca ma già una professione ed esperienza di fede. I partecipanti, più o meno attivi, ripensano la passione e la vicenda dei protagonisti, scavano nelle loro interiorità per cogliere quanto di Gesù, Giuda, Pilato, i sacerdoti, c’è in ciascuno di loro, e quanto da quel dramma traggono per una maturazione esistenziale e sociale attuale.
La consapevolezza di quanto incida il loro lavoro forse sfugge persino a loro, data la dimensione rivoluzionaria dei Vangeli e dei racconti della passione che certamente trascende ogni propensione individuale. Questo lavoro li rende particolarmente sensibili alle parole del Vangelo, alle situazioni che in qualche modo si avvicinano a quelle della crocifissione: le ingiustizie contro gli innocenti, le sofferenze dovute a durezza di cuore e a tornaconto personali per il potere o la ricchezza. Poi si conclude il tutto con la proclamazione della risurrezione. Se percorriamo l’itinerario della folla che prima acclama Gesù all’ingresso a Gerusalemme, dopo poco chiede la sua crocifissione, infine si batte il petto dopo aver assistito alla crocifissione, ci chiediamo: cosa fa sì che avvengano questi cambiamenti? Forse non ci sono fondamenta solide, convinzioni vere senza le quali siamo manipolabili, in mano a arruffapopoli? O forse subiamo la delusione che prende anche i discepoli di Emmaus: speravamo! Gesù non corrisponde alle nostre attese di potere, fama, ricchezza? C’è il dipinto di Burnand che ci indica i due discepoli, Pietro e Giovanni, mentre corrono al sepolcro, verso un’alba nuova di cui non sanno nulla. Hanno in volto il segno della paura appena subita ma anche di una attesa di qualche notizia nuova, di una possibile speranza che ciò che Gesù aveva detto potesse essere vero. Forse Gesù era risorto! Se era così c’era un nuovo inizio di vittoria sulla morte e tutto ciò che ne è segno, ciò che la produce: disgregazione, sopraffazione, sfruttamento, emarginazione. La vittoria sulla morte è vittoria sul male e radice della nostra speranza. Coraggio il Signore è veramente risorto, la vita nuova è iniziata. Questa è la vera unica notizia nuova dall’origine del mondo!
(*) direttore “Il Momento” (Forlì-Bertinoro)