Dialogo
Si avvicina il rientro a Bari (venerdì 28 luglio) della reliquia di san Nicola che lo scorso 21 maggio, per la prima volta in 930 anni (dopo la traslazione dalla Turchia nel 1087) ha lasciato il capoluogo pugliese di cui il vescovo di Myra è patrono. Esposta prima a Mosca e poi a San Pietroburgo, la reliquia di San Nicola tornerà nella basilica barese dopo due mesi e sette giorni
Nove ore e mezza di attesa media, file lunghe due chilometri e tante preghiere hanno accompagnato gli oltre due milioni di pellegrini russi nella venerazione, a Mosca, nella cattedrale di Cristo Salvatore, e a San Pietroburgo, nel monastero di Aleksandr Nevskij, di un frammento delle reliquie di san Nicola. Il 21 maggio scorso, infatti, per la prima volta dopo 930 anni le spoglie del vescovo di Myra hanno lasciato temporaneamente la basilica di Bari a lui intitolata. Il 28 luglio le reliquie del Santo faranno ritorno nel capoluogo pugliese “scortate” dal presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, il cardinale Kurt Koch, dall’arcivescovo di Bari-Bitonto, Francesco Cacucci, e dal priore della basilica, il domenicano Ciro Capotosto.
“L’esperienza vissuta in Russia è andata oltre qualsiasi previsione e grande è stata l’accoglienza e continua la sensibilità manifestata da parte delle autorità religiose russe e del popolo. Ed esiste già un rapporto di fraternità e amicizia che siamo certi si consoliderà ulteriormente”,
dice monsignor Francesco Cacucci che, insieme a padre Capotosto e a don Angelo Romita, direttore dell’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, è stato protagonista di un evento unico e che adesso apre a nuovi scenari nei rapporti tra Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa.
Ecumenismo, dialogo e pace. Quello che si è vissuto in questi due mesi in Russia è uno straordinario gesto di dialogo tra le Chiese e i popoli, frutto dello storico incontro a Cuba tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill: “Quell’incontro è stata una pietra miliare – dice mons. Cacucci -. L’ecumenismo però ha un futuro se diventa sempre più un ecumenismo di popolo. Se invece è legato solo ai vertici non credo possa avere dei risultati significativi. E io credo che, da dopo il Concilio, non ci sia stata un’esperienza di ecumenismo di popolo come quella vissuta grazie alle reliquie di san Nicola. È questa la direzione dell’ecumenismo del futuro”. Si apre adesso un nuovo percorso tra le due Chiese, ma questo deve essere fatto con tanti piccoli gesti e altrettanta pazienza: “Dobbiamo ancora capire insieme al Patriarcato quali saranno i gesti concreti da fare per sviluppare ancora di più questa amicizia. Non è però il caso di accelerare con gesti eclatanti. Sono convinto che
l’ecumenismo è segnato da singoli piccoli passi.
Andare verso i gesti eclatanti non sempre facilita il rapporto sereno tra le due Chiese perché dobbiamo realisticamente considerare che all’interno di esse, e soprattutto in quella ortodossa russa, ci sono diversi opposizioni a certe visioni ecumeniche”. C’è la certezza però che il dialogo sia il giusto metodo per tracciare strade di pace: “Il dialogo che si è ulteriormente aperto tra le due Chiese può essere d’esempio su tutti i livelli, non solo quello religioso – continua mons. Cacucci -. Lo stesso Vladimir Putin ha sottolineato che il ruolo delle Chiese in questa distensione internazionale è determinante. È inutile illudersi: il rapporto religioso è fondamentale anche per la pace del mondo”.
Popolo protagonista. Le reliquie hanno in sé un significato che va oltre la venerazione. “Queste sono, come ha detto san Giovanni Paolo II nell’Enciclica Ut Unum Sint – dice mons. Cacucci -, un veicolo di incontro tra i cristiani”. Pare quindi essere il popolo il ponte per la definitiva amicizia tra le due Chiese. “Questo evento – osserva padre Ciro Capotosto – ha reso il popolo protagonista.
Se si coinvolge il popolo, questo può fare da cerniera per una ancora maggiore comunione tra le istituzioni religiose, ovvero affinché si muova il vertice delle Chiese.
Proseguiamo quindi in quella linea di orizzonte tracciata tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill nel famoso incontro a Cuba”. Intanto il rientro delle reliquie sarà salutato dal popolo barese con una grande festa. “Cresce l’attesa nella città di Bari e, specialmente, nella città vecchia – continua padre Ciro – per il rientro della reliquie di San Nicola. Stiamo coinvolgendo tutta la cittadinanza e tutte le parrocchie della diocesi dedicate a san Nicola perché ci sia un’adeguata accoglienza, simile a quella che c’è stata in Russia”. Certamente non di decine di migliaia di fedeli, come quelli che hanno affollato le strade di Mosca il 21 maggio scorso, ma l’amore dimostrato dai russi verso San Nicola e quello dei devoti fedeli baresi rappresentano “un evento unico nella storia – conclude il domenicano – che porta dentro di sé un significato grandissimo ma, allo stesso tempo, modesto perché, nella sua maestosità, è stato seminato nel terreno dei rapporti tra Roma e Mosca un piccolo seme che ora dovrà dare i propri frutti”.