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8xmille alla Chiesa cattolica: don Luca e gli altri sacerdoti sostenuti dalle nostre firme

I preti sostenuti dall’8xmille “firmano” a loro volta in Italia migliaia di opere a favore dei più fragili. Come i poliambulatori diocesani che, grazie al coinvolgimento di medici volontari, offrono cure specialistiche gratuite alle famiglie che in tempi di crisi economica non riescono a fare prevenzione. E non solo…

(Foto: Francesco Zizola)

Oltre che migliaia di opere di misericordia, è affidato alle firme dell’8xmille il sostentamento dei sacerdoti. Ogni anno assicurano una remunerazione decorosa a circa 35mila preti diocesani, oltre che a 3mila presbiteri malati o ormai anziani, dopo una vita spesa per il Vangelo e per gli altri, e a 600 missionari nei Paesi in via di sviluppo. Questo contributo, oltre ad essere una testimonianza di comunione ecclesiale tra popolo di Dio e ministri dei sacramenti, dà modo a ciascun “uomo di Dio” di dedicarsi interamente alla missione, facendosi promotore di carità e di opere che cambiano il volto del territorio.

Per esempio a La Spezia. Di un grande spazio urbano in dismissione, legato alla storia della città, la diocesi e l’impegno quotidiano dei sacerdoti, che hanno coinvolto cittadini e volontari, ha fatto un crocevia evangelico. L’area di centinaia di metri quadrati di estensione, ribattezzata alcuni anni fa “Cittadella della pace”, era un enorme arsenale militare. Da circa un decennio è stata riconvertita dalla Caritas diocesana, oggi guidata da don Luca Palei, anche grazie ai fondi provenienti dalle firme dell’8xmille, in quartier generale della pastorale giovanile e del servizio agli ultimi. Da risorsa di guerra a presidio di carità.

Chi entra attraversa padiglioni organizzati per l’accoglienza dei più poveri: dai senza fissa dimora, innumerevoli in una città portuale, agli ex detenuti, dai minori alla messa in prova fino ai migranti e alle famiglie in difficoltà. “Qui – spiega il direttore Caritas, don Palei – tutti i cittadini possono vivere con più fiducia il territorio”.

Le nostre firme provvedono ai sacerdoti oltre che a quest’opera diocesana, sostenuta con 100mila euro l’anno. Risorse che hanno portato il dormitorio a triplicare i posti rispetto ai 60 iniziali, destinati ai poveri nell’emergenza freddo durante i mesi invernali. Oggi i dormitori sono tre, con una parte riservata ai minori, un’altra ai migranti e ai rifugiati, che nell’ultimo anno ha visto più che raddoppiare le presenze. Quindi la mensa, le docce, oltre ai servizi di hub per i richiedenti asilo. Dai corsi di alfabetizzazione alla mediazione culturale. Sotto il suo tetto, anche i depositi per le derrate di cibo ricevuto dal Fondo Fead dell’Unione europea e dal Banco alimentare, distribuite poi in tutta la diocesi. Dunque è custodita qui una parte dell’intera “macchina caritativa” diocesana, che dà man forte alle Caritas parrocchiali. Non mancano un’area di recupero del cibo invenduto e l’Emporio, il “supermercato senza casse”, per la spesa gratuita delle famiglie più bisognose e di tanti anziani in difficoltà. Chi entra qui è stato segnalato dai parroci, e può ritirare una fornitura alimentare gratuita per alcune settimane.

Ma i preti sostenuti dall’8xmille “firmano” a loro volta in Italia migliaia di opere a favore dei più fragili. Come i poliambulatori diocesani che, grazie al coinvolgimento di medici volontari, offrono cure specialistiche gratuite alle famiglie che in tempi di crisi economica non riescono a fare prevenzione: don Fernando Carannante è l’anima di quello di Pozzuoli, dove anziani e minori trovano cure odontoiatriche. O don Nilo Nannini, educatore che in oltre quarant’anni ha sottratto dalla tossicodipendenza centinaia di giovani nella comunità di recupero di Marradi (Firenze). E ancora, don Tullio Proserpio, cappellano dell’Istituto tumori di Milano, che accompagna tanti ogni giorno nelle terapie oncologiche, in gran parte non credenti, e dunque spesso parlando ai “lontani”. Ai disabili ha dedicato la vita don Giovanni Cecchetto, dichiarato alcuni anni fa cittadino onorario di Vicenza. Per i familiari delle vittime innocenti della camorra si spende invece don Tonino Palmese a Napoli, con un lavoro nelle scuole, nelle coscienze e nella memoria storica della città per prosciugare il bacino di coltura della violenza. Don Armando Cattaneo a Saronno ha dato vita a un Fondo di solidarietà per le famiglie, che ha fatto la differenza per tanti nell’affrontare le spese scolastiche dei figli o cure specialistiche improvvise. Fino alla Consulta ecclesiale antiusura, presente oggi in ogni regione, fondata da don Alberto D’Urso in aiuto di vite strozzate o giocatori compulsivi, salvando le famiglie dal tracollo economico e formando a nuovi valori di vita. Un’opera a tutto campo di annuncio evangelico e difesa del popolo di Dio, che passa anche da mense, oratori e case-famiglia. Per il nostro Paese un patrimonio quotidiano di servizio, speranza e conversione, che va oltre i confini delle parrocchie.