Scuola

Il Libro e i libri

L’amore per i libri, ovvero per lo studio e il sapere, letterario o scientifico che sia, passa sempre dalla passione. A volte la scopriamo da noi. Altre qualcuno ci aiuta. È un dono avere una persona da ringraziare per un simile buon contagio. Il rammarico, in questa vigilia di nuovo anno scolastico, è invece il dover sentire solo del caro libri. Trattati come i peperoni: costosi e sovente indigesti

Domenica 10 settembre è carica di attese. È l’apertura dell’anno pastorale, un anno importante che vede anche l’avvio della visita pastorale del vescovo. È la vigilia dell’inizio di un nuovo anno scolastico. Sono 47mila gli studenti del pordenonese che varcheranno la soglia dei loro istituti, attesi dagli insegnanti per un percorso lungo mesi, di cui si sa sempre, all’esterno, troppo poco o quasi niente. Tranne le polemiche. Ed è, infine, la vigilia di un altro grande evento: la carica dei 100 mila di Pordenonelegge. Eventi con un denominatore comune: i libri.
Lo è la vita della Chiesa: fondata su il Libro, l’unico che merita la maiuscola, perché raccoglie non le nostre ma la Parola. Maiuscola, perché non è sgorgata dalla terra, figlia della polvere, come quella dell’uomo, ma discesa dal cielo. Per noi. E lo dimentichiamo.
L’inaugurazione di un anno pastorale può sembrare fatto per pochi. Invece riguarda tutti, a partire da quel Libro su cui si fonda e di cui la Chiesa, ogni domenica e ogni celebrazione, ripete che è Parola “per voi e per tutti”. Un nuovo anno pastorale non si riduce a un calendario di impegni per sacerdoti. È un nuovo inizio. È un po’ come a san Silvestro, in cui si elaborano buoni propositi: andare in palestra, imparare l’inglese. O doveri incombenti: cambiare l’auto, imbiancare la cucina. Ma è difficile trovare in queste scalette: salvarsi l’anima. O proteggerla, farla crescere, migliorarsi in questo ambito. Ecco, ad ogni nuovo anno pastorale, questa è una possibilità data. Il vescovo, il nostro sacerdote ci invitano a camminare insieme. Ci ricordano: c’è un incontro ogni domenica, ti spetto. Avvicinati a quanto senti più tuo: caritas, coro, catechesi, gruppo di preghiera… Vieni, ascolta, leggi le parole del Libro.
I libri coinvolgono anche gli altri due eventi di cui si è alle porte.
La scuola: da troppo tempo se ne gridano vizi e disservizi, non programmi e progetti. I guai più che le opportunità di imparare. Invece, una foresta di insegnanti silenziosamente lavora per dare ossigeno buono ai propri ragazzi. Nuccio Ordine, nei mesi passati ospite del Collegio Marconi, lo ha scritto anche in questi giorni che la buona scuola la fanno i buoni insegnanti. Ha ricordato che Albert Camus, orfano e povero, appena vinto il Nobel per la letteratura pensò alla madre e subito dopo al suo professore, cui scrisse “Senza di lei questo non sarebbe potuto accadere”. Come a dire che il rapporto alunno-maestro conta più di un tablet sul banco. Un concetto ben incarnato anche da don Lorenzo Milani, di cui presto si parlerà in un convegno in diocesi.
L’amore per i libri, ovvero per lo studio e il sapere, letterario o scientifico che sia, passa sempre dalla passione. A volte la scopriamo da noi. Altre qualcuno ci aiuta. È un dono avere una persona da ringraziare per un simile buon contagio. Il rammarico, in questa vigilia, è invece il dover sentire solo del caro libri. Trattati come i peperoni: costosi e sovente indigesti.
Solo un rigo, infine, per la gioia che Pordenonelegge regala, permettendo a chi i libri li adora una scorpacciata golosa di titoli, volti, parole. Per qualche scettico è solo una giostra da ipermercato, ma per chi lo vive con l’amore per la parola scritta è un evento da attendere di anno in anno con la curiosità e l’ingordigia di imparare.
Tre eventi, tanti libri, un solo Libro: parole che fecondano e salvano. Non solo da un pomeriggio noioso.

(*) direttrice “Il Popolo” (Concordia-Pordenone)