Politica
Oggi non c’è termine che più divida e crei contrapposizione: spesso basta pronunciare la parola “immigrato” per creare immediatamente i due fronti, le due tifoserie (si pensi allo Ius soli)
Come era facilmente prevedibile, con la fine dell’estate, stiamo assistendo al rapido surriscaldamento del clima politico, annuncio di una lunga campagna elettorale verso le elezioni della prossima primavera.
In queste settimane, peraltro, si è anche già capito quale sarà uno dei temi preferiti dello scontro tra i diversi schieramenti: i migranti e i profughi (che sono due realtà molto diverse anche se qualcuno, facilmente e strumentalmente, continua a confonderle). Oggi non c’è termine che più divida e crei contrapposizione: spesso basta pronunciare la parola “immigrato” per creare immediatamente i due fronti, le due tifoserie (si pensi allo Ius soli). I fatti di cronaca di queste settimane che hanno visto anche (ma non solo) coinvolte persone immigrate sono stati quanto mai emblematici.
Che il tema degli stranieri e quindi dell’accoglienza siano tra quelli caldi non lo si scopre certo ora, ma oggi essi assumono una valenza particolare, quasi di parafulmine in cui scaricare gran parte delle tensioni sociali. Va detto, peraltro, che certe reazioni politiche quasi rabbiose registrate in queste settimane dovrebbero preoccupare, in quanto ricordano molto certe modalità fasciste e di istigazione alla violenza.
La carica che sta assumendo questo tema deriva anche dal fatto che altri due temi, molto utili allo scontro politico, appaiono oggi armi spuntate. Il primo riguarda l’Europa e l’Euro. Non molti mesi fa era la chiave per le forze cosiddette populiste per arrivare al governo. In particolare dopo la Brexit il vento No-Euro sembrava inarrestabile e l’ipotesi di una qualche forma di referendum per uscire dalla moneta unica veniva indicata come molto probabile anche da qualche partito in Italia. Oggi gli antieuropeisti sembrano scomparsi. Dopo lo choc inglese, la vittoria di Macron in Francia e la ripresa dell’iniziativa politica dell’Europa non sembra esserci più nessuno pronto a scommettere … un Euro … sull’uscita del nostro Paese dalla moneta unica. L’altro tema, che peraltro sta contribuendo molto a disinnescare il primo, è quello della ripresa dell’economia. Questa appare ben più robusta delle previsioni (in primavera si scommetteva su un +0,8 del Pil, ora realisticamente si sta andando verso un +1,5). Su tale versante diventa dunque più difficile attaccare il Governo e l’attuale maggioranza. Ecco dunque la necessità di un altro tema che possa fungere da ariete. E va detto che la sensibilità degli italiani su questo fronte è particolarmente alta. Bisognerà capire da qui alle urne, se verrà considerata ancora a tutti gli effetti l’emergenza numero uno per il prossimo futuro.
(*) direttore “La Voce dei Berici” (Vicenza)