Fake news

L’antidoto contro pregiudizi e bufale è il pensiero critico

Bisogna cercare di riflettere, altrimenti rischiamo di ritrovarci sballotati all’inseguimento dell’ultima notizia, gridata o sbraitata dal più forte. Un po’ come gli ignavi di dantesca memoria, i quali corron dietro ad un’insegna che senza posa qua e là si diporta

“Può forse venir fuori qualcosa di buono da Nazareth?”. I pregiudizi esistevano anche ai tempi di Gesù e Natanaele, quando gli dicono che il messia viene da Nazareth, sembra chiudere la questione con le parole citate. Ma viene colto in fallo da Gesù che gli rivela di averlo visto sotto il fico. E istantaneamente Natanaele cambia idea e riconosce in Gesù il vero messia. Tanto repentinamente che Gesù stesso ne è sorpreso. Natanaele in realtà siamo noi tutte le volte in cui prendiamo per buona la prima cosa che ci arriva senza pensarci su e senza mettere in atto alcuna riflessione critica. Oggi pensare è quanto mai necessario per difenderci dai pregiudizi ma anche dalle bufale o “fakenews” (notizie finte). “L’antidoto – scrive un filosofo canadese autore di un saggio che sta facendo discutere e intitolato ‘La mediocrazia’ – è il pensiero critico, perché smaschera l’ideologia, che è un discorso di interessi sotto la parvenza di scienza”. Bisogna cercare di riflettere, altrimenti rischiamo di ritrovarci sballotati all’inseguimento dell’ultima notizia, gridata o sbraitata dal più forte. Un po’ come gli ignavi di dantesca memoria, i quali corron dietro ad un’insegna che senza posa qua e là si diporta.
Penso ad alcune false notizie che hanno fatto parlare molto di sé in questi giorni, tipo quella del prosecco che per gli inglesi rovina i denti! Oppure a quello che è stato scritto sul messaggio del Papa per la giornata mondiale del migrante e del rifugiato, pubblicato il 15 agosto scorso. Gran parte della stampa ha titolato più o meno così: “Il Papa dice sì allo ius soli e allo ius culturae”, come se il messaggio fosse un esplicito appoggio al disegno di legge – in discussione in Parlamento – circa il riconoscimento del diritto di cittadinanza dei migranti. Se si va a leggere il testo del Papa, si comprende che le cose non stanno proprio così. Certo, papa Francesco chiede in modo molto deciso alla Chiesa – perché il messaggio ad essa è rivolto – di accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti e i rifugiati… Ma il suo messaggio non entra nelle modalità concrete in cui questo si possa attuare: il paragrafo incriminato – uno solo e piuttosto complesso – affronta la questione degli apolidi e non ha riferimenti diretti al progetto di legge in corso di dibattimento.
Un secondo caso è della settimana scorsa: quello della bambina inglese affidata prima a due famiglie di religione islamica e poi alla nonna. Tutti ricorderanno lo scalpore suscitato dal fatto che questa bimba – “si diceva” – non poteva mangiare l’amatriciana, perché contenente carne di maiale, e che le era stata tolta la collanina con il crocefisso al collo. Immediate le reazioni contro l’incapacità del tribunale dei minori inglese e le maniere intolleranti delle due famiglie mussulmane. Ora a distanza di giorni le cose si vedono con un po’ più di chiarezza. Si viene a sapere – ad esempio – che anche la nonna è musulmana (quindi anche la famiglia di origine della bambina è legata all’Islam) e che la bimba era stata affidata alle due famiglie solo per un tempo limitato. Per quanto riguarda poi le notizie dell’amatriciana e della collanina è tutto da verificare. Chi le ha messe in giro? Sembra difficile che sia stata proprio la bambina…
Un terzo caso è dei primi giorni di settembre: a Roma una trentenne italiana dice di essere stata trattenuta contro la sua volontà – quindi sequestrata – da un gruppo di migranti del vicino centro di accoglienza gestito dalla Croce Rossa e mostra immagini che certificano le violenze subite. Peccato che sia tutto falso! L’unico che si è fatto male è un eritreo per un colpo, sferrato con un tondino di ferro a quanto pare dalla giovane signora (sono in corso le indagini). Anche in questo caso, titoloni sulle presunte violenze e indignazione generale contro i migranti.
Ora è chiaro che ci sono problemi non piccoli sul campo e che non si devono tacere. Tuttavia facciamo attenzione, quando leggiamo, a non lasciarci prendere dall’emotività. Prima di dare ragione all’uno o all’altro riflettiamo. Facciamolo prima di inviare un sms, prima di condividere un post, prima di postare un link… Siamo sicuri della verità di quanto stiamo diffondendo? O ci stiamo prestando al gioco dei seminatori di odio – gli haters, cioè odiatori – che sono i promotori delle notizie false? Verifichiamo la verità delle informazioni perché tutto questo cade sotto la nostra responsabilità. Noi, come settimanale, ci proviamo sempre.

(*) direttore “L’Azione” (Vittorio Veneto)