Disastri ambientali

Il suicidio dell’umanità

Siamo arrivati al clima monsonico: grandi siccità e piogge alluvionali. La causa è l’uomo, che negli ultimi centocinquanta anni sta distruggendo il meraviglioso equilibrio ambientale che regge il pianeta da alcuni milioni di anni

È stata una settimana di sconfitte: tornadi micidiali che viaggiavano a 300 km all’ora, un nubifragio a Livorno che ha fatto più morti che il tornado Irma in Florida, Roma che come avviene normalmente, va in ginocchio per un temporalone. È cambiato il clima del pianeta, perché l’effetto serra provocato dalle enormi emissioni di anidride carbonica (autovetture e impianti di riscaldamento) provoca l’aumento della temperatura, il riscaldamento dei mari e lo scioglimento dei ghiacciai, mentre l’inquinamento degli oceani fa ridurre la quantità dei pesci, e un continente di plastica sull’oceano atlantico provoca la morte per tantissime specie ittiche. Siamo ormai arrivati al clima monsonico: grandi siccità e piogge alluvionali.

La causa è l’uomo, che negli ultimi centocinquanta anni sta distruggendo il meraviglioso equilibrio ambientale che regge il pianeta da alcuni milioni di anni. L’accordo mondiale dell’anno scorso per ridurre le emissioni di anidride carbonica faceva ben sperare; ma poi Trump si è tirato indietro e nega che il riscaldamento globale del clima esista e il comportamento della Cina che votò a favore resta sempre un mistero. Ma rischiamo di perderci nei massimi sistemi. Scendiamo al nostro livello. Le alluvioni del Po degli ultimi anni hanno provocato ripetutamente danni gravissimi nella nostra zona: a Oltreponte, Morano, Terranova; ma la causa è che non c’è una cassa di espansione golenale in cui un’alluvione possa scaricarsi né che qualche autorità preposta abbia voluto mettervi mano negli ultimi cento anni. Al contrario, nel dopoguerra è sorto un quartiere, quello di Oltreponte in zona più bassa dell’alveo del fiume, contro ogni possibile buon senso.

Ora dobbiamo pretendere che le case a rischio siano eliminate, a cominciare da quelle popolari fatiscenti, da non riparare ma da abbattere e ricostruire in altri siti sicuri, con incentivi ai privati per abbandonare i propri edifici in zone pericolose, e siano resi tutti consapevoli dei rischi abitativi e che alla prossima alluvione non sarà sufficiente né meritorio fare la supplica a qualche santo. Nel 2014 il Governo Renzi ha stanziato contro il dissesto idrogeologico 7,7 miliardi di euro da spendere entro il 2023 per rinforzare argini, costruire scolmatori e casse di espansione per le piene, allargare i canali tombati, tirar su muri di contenimento. Per fare, dunque, ciò che avrebbe evitato le stragi da nubifragio del passato, e forse anche quella di Livorno. Ma per l’ignavia politica e la burocrazia folle, fino ad ora ne sono stati utilizzati appena 114,4 milioni di euro. Meno dell’1,5 per cento del totale a disposizione. Un passo da lumaca in affanno. A questo ritmo ci vorrebbero 200 anni.

(*) direttore de “La Vita Casalese” (Casale Monferrato)