Società

Ridurre le armi e umanizzare. O piangeremo ancora

Di fronte a tentazioni striscianti e ogni tanto emergenti, anche da noi, di farci giustizia da soli usando un fucile, difendiamo e diffondiamo la forza serena della nostra tradizione. Ci sarà molto meno da piangere

Per prevenire i pazzi e le pazzie servono la politica, la cultura e il cristianesimo. Lo diciamo dopo l’episodio folle di Las Vegas.
Siamo convinti che in Italia un esito così tragicamente colossale – 59 morti e 527 feriti – non sia possibile. Innanzitutto perché ci sono leggi diverse e non è possibile, da noi, andare al supermarket e tornare a casa attrezzati come Rambo.
Da noi c’è chi ha a casa un fucile da caccia o una pistola – e spesso è già troppo – ma non 23 tra fucili di precisione e mitragliatori.
Chissà che sia la volta buona che gli Stati Uniti capiscano l’urgenza di rivedere le regole. Cosa improbabile, viste le reazioni di chi guida il Paese. “Armi? Il massacro è opera di un folle”, ha detto Trump. Il che è vero a metà. Perché un folle con una fionda, anziché con un mitra, farebbe molti meno danni.
Va anche detto che non è successo niente neppure quando il Presidente era un altro, di orientamento diverso: di fronte a venti bambini uccisi in una scuola da un altro pazzo e di fronte alla richiesta di Obama di rivedere le leggi, il Congresso non ha cambiato idea.
Da noi, in Italia, abbiamo uno scudo in più: una tradizione secolare di cultura. Una difesa forte che, sia pure tra molte sfumature ed evoluzioni, si ritrova sul valore della persona. La “corazza” è poi una millenaria e condivisa storia di cristianesimo, che si incardina sull’attenzione per l’altro.
Di fronte a tentazioni striscianti e ogni tanto emergenti, anche da noi, di farci giustizia da soli usando un fucile, difendiamo e diffondiamo la forza serena della nostra tradizione. Ci sarà molto meno da piangere.

(*) direttore “Gente Veneta” (Venezia)