Società

Cortili da vivere

Lo stare insieme su un territorio anche circoscritto è vitale. Infatti se le cose non funzionano appunto nel vicinato, ci si ritrova (progressivamente o anche di colpo) in un contesto che finisce spesso per diventare invivibile, in un’aria irrespirabile in uno scenario da disagio continuo

Ci si interroga, talora, sull’ardua fatica quotidiana nell’intessere rapporti solidali, nella dimensione più diretta, feriale, immediata, in paese, nel quartiere, nella borgata. Battendo l’indifferenza, l’estraneità e, in qualche frangente, l’ostilità. In fondo si tratta dell’esperienza cruciale del vicinato. Per quanto sia delicato ma anche indispensabile trovare un senso autentico allo stare accanto, gomito a gomito nella prossimità e nella concretezza del vivere, non mancano iniziative originali ed emblematiche, al riguardo. Come la simpatica e coraggiosa Festa dei vicini, dedicando una serata od un momento appunto a scendere in strada o ad aprire i cortili o a fermarsi in compagnia, trovando magari una pausa anche conviviale per rinsaldare il tessuto da vicinato.
In Europa soprattutto c’è una spinta sociale in questa direzione. Perché lo stare insieme su un territorio anche circoscritto è vitale. Infatti se le cose non funzionano appunto nel vicinato, ci si ritrova (progressivamente o anche di colpo) in un contesto che finisce spesso per diventare invivibile, in un’aria irrespirabile in uno scenario da disagio continuo. Ovvio che i vicini non si possono quasi mai scegliere. E, forse anche se si riuscisse a farlo, non è detto che non si evidenzino guai, strada facendo. I vicini sono presenze con cui provare a fare comunità, oltre il semplice e arido dato sociale dell’essere fisicamente prossimi, nello stesso caseggiato, nella casa attigua, alla porta a accanto. Non è il caso qui di riesumare le possibili e frequenti liti condominiali o i contenziosi ricorrenti. C’è innanzitutto il traguardo minimo ma prezioso di un rapporto interpersonale, di un saluto cordiale, di una parola amicale, di una condivisione non intrusiva ma sincera, di un gesto di aiuto reale. È la sfida di essere umani, insieme. Il che impegna ben di più chi si sente cristiano.

(*) direttore “L’Unione Monregalese” (Mondovì)