Politica
Domenica 5, a Mestre, si celebra la Festa diocesana della famiglia: un gesto di grande rilievo, che dice quanto la Chiesa valorizzi la famiglia. E la politica, invece?
Scompare il bonus bebè, quello che dava 960 euro all’anno, per tre anni, alle famiglie con Isee inferiore a 25mila euro. Arriva, invece, la detrazione fino a 250 euro per chi acquista abbonamenti di autobus o treni del servizio pubblico; quindi anche quelli in uso agli studenti.
Sono due delle novità della bozza di Legge di stabilità 2018, che ha da poco iniziato il suo iter in Parlamento. Al momento, queste due sembrano le misure che maggiormente interessano la famiglia. Una toglie e l’altra aggiunge.
Ci pare un po’ poco pensando, appunto, alle politiche per la famiglia. E ci pare anche che l’attenzione mediatica e del dibattito pubblico sia modesta. Un po’ come se gli obiettivi, quest’anno, siano altri e che, perciò, la legge di bilancio 2018 debba rimanere neutra rispetto alla famiglia.
Intanto, però, il numero dei nuovi nati, in Italia, continua a calare: nel 2016 si è registrato il minimo storico, 474mila bebè, mai così pochi dall’unità d’Italia. E la fatica dei giovani genitori, nel gestire i propri bambini piccoli, è tangibile e crescente, anche se poco misurabile.
Verrebbe poi da ricordare che una parte molto significativa del prelievo per gli assegni familiari non viene restituito alle famiglie. Mamme e papà lavoratori versano ogni anno sei miliardi di euro, ma se ne vedono restituiti cinque.
Ancora: le iniziative prese da genitori per aiutarsi reciprocamente, come i nidi in famiglia, sembrano arrancare, non sostenute o poco sostenute dalle istituzioni, che non ne colgono l’efficacia sussidiaria.
Domenica 5, a Mestre, si celebra la Festa diocesana della famiglia: un gesto di grande rilievo, che dice quanto la Chiesa valorizzi la famiglia. E la politica, invece?
(*) “Gente Veneta” (Venezia)