Società
Fermarsi e pensare. Pensare che tutti ci si deve sentire responsabili del futuro della casa comune. Che la questione ambientale non è roba secondaria, che i trattati sul clima, sull’inquinamento sono e devono essere una cosa seria. Non così facilmente derubricabile tra le varie ed eventuali. Che la Laudato si’ di papa Francesco non è una favoletta “green”
Siamo tutti piromani. Chi più chi meno. E non da oggi, e non soltanto con la complicità di questo autunno secco, che è causa e risultato dell’inquinamento. Tutti, chi più e chi meno, siamo colpevoli. Forse non con dolo, ma semplicemente per negligenza, disattenzione.
Disinteresse. E quando tutti si è un po’ colpevoli diventa enormemente difficile rimediare. Arginare. Certo gli incendi che hanno distrutto e distruggono le nostre montagne in questi giorni devono farci mobilitare. E se ci sono colpevoli, se mai verranno individuati, questi devono pagare. Ma forse è il caso di fermarci un attimo ai bordi di quei boschi ridotti in cenere, mentre ancora sale l’odore acre che sa di morte.
Lungo i pendii dove ancora si vede salire il fumo, con il rischio che il vento faccia ritornare l’inferno. Fermarsi e pensare. Pensare che tutti ci si deve sentire responsabili del futuro della casa comune. Che la questione ambientale non è roba secondaria, che i trattati sul clima, sull’inquinamento sono e devono essere una cosa seria. Non così facilmente derubricabile tra le varie ed eventuali. Che la Laudato si’ di papa Francesco non è una favoletta “green” per cercare consenso tra gli ambientalisti. E che il cambiamento climatico non è solo robetta per animare le chiacchiere nell’ora del caffè mattutino. Certo ci si sente piccoli di fronte a dinamiche che riguardano l’intero pianeta. Così come si sentirà piccolo un singolo vigile del fuoco di fronte al divampare delle fiamme. Ma non per questo si arrende o si sente meno responsabile.
(*) direttore “La Fedeltà” (Fossano)