Settimana Sociale
Nella nostra diocesi siamo in sintonia con quanto concluso a Cagliari. Le nostre linee pastorali indicano l’impegno per una politica dal basso, fatta di denuncia e di proposta. Serve capacità di verificare i problemi e agire con coraggio. Dobbiamo “essere informati” ed essere formati, cioè conoscere i fatti e avere i criteri etici e tecnici per affrontarli. Serve educazione civica, che nelle scuole non c’è più, e formazione etica
A Cagliari si è tenuta la quarantottesima Settimana Sociale dei cattolici. C’erano più di mille delegati dalle diocesi, tra i quali anche quattro di noi. Sergio Gatti, vice presidente del Comitato, ha messo fra gli impegni quello di “monitorare, da subito, il dibattito parlamentare e fare sistema delle straordinarie potenzialità presenti nel mondo cattolico sul lavoro, in vista di una responsabilità sociale e politica più strutturata”. Nella nostra diocesi siamo in sintonia con quanto concluso a Cagliari.
Le nostre linee pastorali indicano l’impegno per una politica dal basso, fatta di denuncia e di proposta. Serve capacità di verificare i problemi e agire con coraggio. Dobbiamo “essere informati” ed essere formati, cioè conoscere i fatti e avere i criteri etici e tecnici per affrontarli. Serve educazione civica, che nelle scuole non c’è più, e formazione etica. Che tutto ciò manchi lo dimostra l’aggressività di certi tweet di forze politiche che dell’insulto e dell’offesa hanno fatto uno strumento di lotta politica. L’esagerazione verbale fa ricordare le deboli proteste nei confronti “dei compagni che sbagliano” di certa sinistra degli anni ’70. Dalle parole violente, coscienze giovani e non formate potrebbero pensare che si possa passare alle azioni. Promettere di bruciare vivo chi ha un’opinione diversa ci riporta a epoche in cui il dibattito democratico ancora non esisteva e si eliminavano fisicamente gli avversari politici.
A Cagliari si è affrontato il problema del lavoro. Fin dai tempi della Laborem exercens stiamo riflettendo sulla sua importanza per la piena umanizzazione delle persone e per il sostentamento loro, delle famiglie e dell’intera società. Papa Francesco è tornato ripetutamente su questi concetti. C’è stato un richiamo alla responsabilità dei cattolici e di tutti gli uomini di buona volontà. Solo un lavoro decente e ben distribuito può far crescere il Paese. Occorre rifare il punto e ripartire con consapevolezza.
Paolo Gentiloni, presidente del consiglio dei ministri, e ad Antonio Tajani, presidente del parlamento europeo, che ci hanno fatto visita a Cagliari, sono state presentate sette proposte, quattro al primo e tre al secondo. Il convegno ha avuto una robusta qualità politica fatta appunto di proposte, non di lamenti. Infine occorre denunciare il silenzio dei mass media sul fatto. È un’ignoranza colpevole. Spero, perché così possono migliorare. Peggio sarebbe se fosse incolpevole, perché radicata nelle coscienze distorte delle cosiddette persone “responsabili”.
(*) direttore “Il Momento” (Forlì-Bertinoro)