Televisione

“A Sua Immagine” festeggia 20 anni. Il bilancio e le prospettive dei responsabili della rubrica religiosa Rai-Cei

Laura Misiti (Rai) e padre Gianni Epifani (Cei) raccontano la loro esperienza, così come i cambiamenti registrati nel tempo dalla trasmissione, ma anche i volti e le storie incontrate in questi 20 anni, concedendo inoltre qualche novità sul domani

All’inizio del mese di ottobre 2017, il Sir è stato il primo a raccontare i 20 anni della trasmissione Rai “A Sua Immagine” con un’intervista alla conduttrice Lorena Bianchetti. Ecco ora un nuovo approfondimento, in vista della puntata speciale del programma, domenica 3 dicembre, interamente dedicata alla storia della rubrica religiosa di Rai Uno nata nel 1997 dall’intesa tra la Rai e la Conferenza episcopale italiana.
“A Sua Immagine” conta oggi due momenti di programmazione sul servizio pubblico radiotelevisivo: il sabato alle ore 16 – seguito poi dallo spazio per il commento al Vangelo “Le ragioni della speranza” – e la domenica alle 10.30, in diretta sino al termine dell’Angelus del Papa.
A firmare il programma sono Laura Misiti per la Rai e padre Gianni Epifani per l’Ufficio nazionale delle comunicazioni sociali della Cei, che si occupa anche della regia della Santa Messa in diretta la domenica sempre su Rai Uno. Il Sir ha chiesto ai due responsabili di raccontare la loro esperienza, così come i cambiamenti registrati nel tempo dalla trasmissione, ma anche i volti e le storie incontrate in questi 20 anni, concedendo inoltre qualche novità sul domani.

Laura Misiti

Laura Misiti, si occupa di “A Sua Immagine” sin dall’inizio. Com’è cambiato il programma nel corso degli anni?
Misiti: sono arrivata ad “A Sua Immagine” circa un anno dopo la sua nascita. Era un settimanale di approfondimento religioso sulla scia delle rubriche presenti nel palinsesto della Rai sin dal 1954; negli anni si è trasformato in un programma di confronto culturale alla portata di tutti, tanto da parlare al grande pubblico. In questo abbiamo utilizzato un linguaggio moderno attraverso la sperimentazione di nuove tecniche di comunicazione ed effetti televisivi. Fino al 2002, il programma aveva l’appuntamento settimanale della domenica e le tematiche affrontate erano di natura religiosa, con lo scopo di evangelizzare, rivolgendosi prevalentemente a una platea di persone già vicine al mondo della Chiesa.
C’era anche l’appuntamento del sabato con le “Ragioni della Speranza”, dove padre Raniero Cantalamessa, in 15 minuti, leggeva e commentava il Vangelo della domenica. Si trattava di un’omelia fatta in uno studio televisivo piuttosto che da un pulpito di una chiesa. Dal settembre del 2002, però, lo spazio del sabato è stato collocato alle 17.10, raddoppiando anche la durata del programma.

Un cambiamento non da poco per “A Sua Immagine”…
Misiti: questo cambiamento è stato molto importante, direi epocale, perché mentre la domenica aveva già una sua caratterizzazione, in quanto contenitore della Santa Messa e dell’Angelus, il sabato era tutto da inventare, da costruire.

È stato lì che abbiamo deciso di uscire dallo studio per andare nelle periferie, incontrando persone e luoghi che rendono bella la Chiesa.

Lo abbiamo fatto scegliendo con cura i conduttori, che oltre ad avere una sensibilità e una conoscenza approfondita dei temi trattati, avevano i volti giusti per rendere la trasmissione adatta a tutti. Dai nostri provini prima e dalle puntate poi, abbiamo contribuito a creare volti nuovi che ancora oggi abitano le trasmissioni televisive della Rai.
Inoltre, abbiamo cominciato ad affrontare tematiche di attualità, viste dalla prospettiva dei valori, senza mai perdere la nostra identità. Per fare questo, siamo usciti dallo studio-sacrestia e, avvalendoci di scenografi e grafici, abbiamo creato uno studio moderno. Gli autori e i registi, pur avendo una sensibilità verso i contenuti della trasmissione, sono stati scelti tutti sulla base delle loro esperienze professionali.

La grande sfida ancora oggi è quella di continuare a cambiare e sperimentare per comunicare i valori.

Sfida che al momento, anche con lo spazio “Le ragioni della Speranza”, sembra funzionare, tanto da rendere un programma, tematico e fortemente caratterizzato, al passo con altri programmi culturali della Rai e della tv generalista in generale.

Nella galleria dei ricordi di “A Sua Immagine” non ci sono solo incontri con figure della Chiesa, volti istituzionali o esponenti del mondo della cultura, ma anche le storie della gente. Quali conserva nella memoria?
Misiti: considero un grande privilegio lavorare a questo programma. Mi ha arricchito molto non solo professionalmente ma anche spiritualmente, offrendomi la possibilità di conoscere persone che pur ferite dalla vita, grazie all’amore degli altri e alla fede in Dio, sono state capaci di affrontare grandi tormenti e perdonare torti subiti.
Penso alla storia di Debora, madre di due figlie, il cui marito Dario è stato colpito dalla patologia Sla e oggi comunica con loro solo con gli occhi: nonostante questo, a casa loro si respira la vita! Penso a Giuseppa, madre di Valeria, uccisa da un pirata della strada, che ha voluto trasformare questo omicidio in un seme fecondo, da cui è nata un’associazione che oggi festeggia il passaggio della legge sull’omicidio stradale. Penso alla storia di Antonino, un imprenditore che si è opposto alla mafia, mettendo a rischio la vita di tutta la sua famiglia.
Come le loro, sono centinaia le persone passate per la trasmissione che mi hanno toccato il cuore e mi hanno dato la consapevolezza che anche quando la vita ferisce duramente, la nostra fede ci aiuta a rialzarci e guardare con fiducia in avanti. Secondo me, è questa la più grande dote del programma: raccontare la vita in tutta la sua durezza, ma vedendone l’epilogo sempre in chiave positiva.

La luce del Vangelo esce direttamente attualizzata dalle storie e dalle persone che raccontiamo.

P. Gianni Epifani

Padre Epifani, domenica 3 dicembre “A Sua Immagine” festeggerà i suoi vent’anni di attività con una puntata speciale. Cosa ci può anticipare?
P. Epifani: torneranno a trovarci i protagonisti che hanno preso parte alla trasmissione in questi due decenni, tra cui i vari conduttori come Rosario Carello, Arianna Ciampoli, Francesca Fialdini, Benedetta Rinaldi o Andrea Sarubbi, ovviamente oltre alla padrona di casa Lorena Bianchetti. Ricorderanno la loro esperienza, così come i momenti salienti del programma.
Tra i sacerdoti e i religiosi che hanno accompagnato “A Sua Immagine”, interverrà in studio padre Raniero Cantalamessa, volto storico della rubrica religiosa. Ci sarà anche un contributo dei sacerdoti impegnati oggi nella trasmissione, i cosiddetti preti di strada, che operano accanto agli ultimi, dal mondo delle carceri ai territori feriti dalla malavita: don Davide Banzato, don Luigi Ciotti, don Marco Pozza e don Maurizio Patriciello.

Conserva anche Lei un ricordo o una storia in particolare?
P. Epifani: diversi sono i momenti e le storie che porto con me da quando lavoro ad “A Sua Immagine”. Anzitutto, il periodo dell’elezione al soglio di Pietro di papa Francesco, che coincide anche con l’inizio del mio lavoro come coordinatore della trasmissione per volontà della Conferenza episcopale italiana.

Lì c’è stato anche il cambio di passo del programma, dando una maggiore attenzione al territorio, al racconto di quello che la Chiesa cattolica realizza con la gente e per la gente. Insomma, il volto bello della Chiesa in Italia e nel mondo, attraverso le storie di tantissimi testimoni del Vangelo.

E poi la storia. In una puntata abbiamo raccontato la vicenda di un senzatetto, un uomo caduto improvvisamente in un grave stato di povertà, costretto a vivere in una macchina. La redazione è rimasta molto toccata da quell’incontro, al punto da attivare spontaneamente un aiuto per questa persona; il team di lavoro si è organizzato infatti raccogliendo offerte e beni necessari. Un’azione di misericordia che ha poi contagiato non solo lo staff abituale di “A Sua Immagine”, ma anche i vari tecnici e collaboratori che lavorano con noi occasionalmente. Insomma, ho visto agire una vera famiglia.

Non solo la valorizzazione dell’attività passata, ma anche uno sguardo sul domani: quali i progetti in corso, le novità per il 2018?
P. Epifani: anzitutto nello spazio “Le ragioni della speranza” si aggiungerà ai commentatori del Vangelo anche un vescovo, mons. Matteo Zuppi (arcidiocesi di Bologna). Abbiamo coinvolto mons. Zuppi per la sua straordinaria capacità comunicativa ma anche per la sua costante attenzione alle persone in difficoltà, con una pastorale attenta alle periferie. Altra novità rilevante per il 2018 sarà la realizzazione di una serie di puntate del sabato in Terra Santa, con don Marco Pozza. Successivamente, andremo con don Davide Banzato nelle favelas del Brasile.