Quinto rapporto
Presentato il quinto Rapporto dell’associazione Carta di Roma sulla rappresentazione del fenomeno migratorio: diminuiscono le notizie sull’immigrazione nei quotidiani, aumentano sui tg. Ma i toni sono allarmistici e con alto potenziale ansiogeno. In disuso, finalmente, la parola “clandestino”.
Nel 2017 sono aumentate dal 27% al 43%, sulla stampa italiana, le notizie sul fenomeno migratorio impostate con toni allarmistici, spesso “di parte”: o un allarme per la tragedia umanitaria in corso o, al contrario, per la “minaccia” rappresentata dall’immigrazione. 4 notizie su 10 hanno “un potenziale ansiogeno”. I termini più utilizzati sono “migrante e profugo” e pare finalmente in disuso la parola “clandestino”. In generale ci sono però meno notizie sull’immigrazione rispetto all’anno scorso. Sono i principali dati che emergono dal V Rapporto “Notizie da paura” curato dall’Associazione Carta di Roma insieme all’Osservatorio di Pavia, in collaborazione con l’Osservatorio europeo per la sicurezza. Come ogni anno verifica il rispetto del codice deontologico dei giornalisti sull’immigrazione (la Carta di Roma), analizzando le pagine di 6 quotidiani e 7 reti generaliste italiane.
Nei quotidiani meno notizie ma più ansiogene. Dall’analisi sui quotidiani (Corriere della sera, il Giornale, Avvenire, l’Unità, la Repubblica, la Stampa) si conferma la centralità del fenomeno migratorio ma il 29% in meno rispetto al 2016, per un totale di 1.087 notizie. Avvenire e il Giornale hanno il maggior numero di titoli (265 e 254) ma con posizioni completamente opposte. Nel 2017 la media giornaliera di notizie è inferiore rispetto al passato (4,5 contro le 5,7 del 2016) con record di titoli in alcune occasioni: almeno 13 dopo l’indagine sullo stupro di Rimini e la morte di una bimba a causa della malaria nell’ospedale di Trento.
Nel 2017 ha fatto notizia soprattutto la gestione dei flussi migratori (44%) e la criminalità e la sicurezza (16%), entrambe raddoppiate.
Il racconto dell’accoglienza occupa il 24% di spazio, in calo rispetto al biennio precedente e spesso coniugata con accezioni opposte: positiva o critica/negativa. Ad aprile e maggio gli articoli erano incentrati sulle accuse di collusione rivolte alle Ong e successivo Codice di condotta. La novità di quest’anno è che “una parte significativa della comunicazione ruota intorno ai concetti di dubbio, minaccia, sospetto”. Il personaggio più citato nei titoli al riguardo è stato il ministro dell’interno Marco Minniti. Il tema immigrazione è strettamente collegato al discorso politico, in particolare la legge sullo ius soli.
Sui tg più criminalità e sicurezza. Nel 2017 sono aumentate del 26% le notizie sulla questione migratoria nelle 7 reti generaliste italiane (Tg1, Tg2, Tg3, Tg4, Tg5, Studio aperto e TgLa7), con una media di 12 notizie al giorno.
1 notizia su 2 riguarda la gestione degli arrivi nel Mediterraneo centrale e cresce la dimensione della criminalità e della sicurezza.
Spiccano per maggior numero di notizie il Tg3 (678) e il Tg1 (668), mentre il TgLa7 ne dedica di meno. A luglio e agosto si è assistito a picchi di 30/35 notizie collegate al tema dei soccorsi delle Ong e allo ius soli. “Il sospetto calato sull’azione degli operatori, soprattutto quello delle Ong, avvolge tutto il racconto sul soccorso in mare – osserva il rapporto -. In poco tempo, una tra le poche dimensioni dell’immigrazione estranee alle critiche e alle accuse, il soccorso dei migranti, produce invece sfiducia e sentimenti di chiusura nei confronti degli arrivi”. Anche lo stupro di Rimini occupa la scena mediatica con 137 notizie in poco più di un mese e picchi di 28 notizie in un giorno. Come nel 2016 permane la centralità della politica, con 1 notizia su 3 commentata da un soggetto politico e/o istituzionale italiano. Particolarmente duro è il dibattito sulla cittadinanza, con 246 notizie sullo ius soli: il 13% rimanda ad un vivace scontro politico.
“Toni allarmistici da campagna elettorale”. L’aumento delle notizie “ansiogene” e dei “toni allarmistici” sull’immigrazione stanno creando “un nuovo cocktail di insicurezza e di paura”, “in perfetta coincidenza con le campagne elettorali per il voto”. Lo afferma il giornalista Giovanni Maria Bellu, presidente dell’Associazione Carta di Roma. Dopo un paio di anni in cui i toni allarmistici si erano abbassati, con più servizi positivi sugli stranieri, nel 2017 il trend si è di nuovo invertito. Casi emblematici sono stati alcuni titoli come “Bastardi islamici” segnalati ai consigli di disciplina o con procedimenti penali ma che mai hanno portato alla radiazione dall’Ordine dei giornalisti. Bellu giudica perciò
“necessario e urgente” affrontare la questione “dell’effettività delle regole deontologiche: chi non vuole rispettare la realtà dei fatti e preferisce mettersi al servizio della propaganda politica non deve potersi fregiare del titolo di giornalista”.
Mentre Gian Mario Gillio, della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei), chiede una “Carta d’Assisi” per far comprendere il pluralismo religioso in Italia, oggi “fortemente legato al tema delle migrazioni”. Secondo il sociologo Ilvo Diamanti, docente all’Università di Urbino, “la vera novità” di quest’anno è che “siamo noi stessi i nemici di noi stessi: siamo noi che li ‘aiutiamo ad invaderci, ad occupare i nostri Paesi’. Offrendo loro il miraggio dell’accoglienza, di una permanenza vantaggiosa a nostre spese. Per incapacità di comprendere ma anche per interesse”. In mezzo a tanta confusione, osserva Diamanti, “il ministro Minniti interpreta l’Uomo Forte, capace di affrontare la minaccia che viene dagli altri. E di fermarla”.