Status quo
La vicenda della chiusura per protesta della basilica del Santo Sepolcro, e la sua riapertura, dopo tre giorni, avvenuta questa mattina alle ore 4, ha messo sotto la luce dei riflettori un aspetto dello Status quo, che regola i Luoghi Santi e garantisce i diritti e i privilegi delle Chiese, che è quello della apertura e chiusura del Santo Sepolcro che coinvolge non solo le tre denominazioni cristiane, greca-ortodossa, armena e cattolica (latina) che gestiscono la basilica, ma anche le due famiglie musulmane che per antica tradizione ne detengono la chiave.
Si è molto parlato in questi giorni della chiusura della basilica del Santo Sepolcro, nel cuore della città vecchia di Gerusalemme. Come è noto la serrata di protesta, durata tre giorni (25-27 febbraio) è stata decisa dai capi religiosi delle confessioni cristiane cui lo Status quo – che regola i Luoghi Santi e garantisce i diritti e i privilegi delle Chiese – affida la gestione del Santo Sepolcro, vale a dire il patriarca Theophilos III per i greco-ortodossi, il patriarca Nourhan Manougian per gli armeni e il custode di Terra Santa, padre Francesco Patton per i cattolici di rito latino. Questa mattina, alle 4 in punto, la basilica è stata riaperta seguendo le regole di quella che i frati della Custodia definiscono “una complessa cerimonia”, che ovviamente si ripete a sera alla chiusura.
La storia. Va detto subito che la custodia della porta e della chiave, un cuneo di ferro lungo 30 cm., del Santo Sepolcro è affidata a due famiglie musulmane (Nuseibeh e Judeh). Secondo quanto riferisce la Custodia di Terra Santa, che si rifà allo storico Giacomo da Vitry, “il Sultano d’Egitto Malek Adel (XIII sec.) aveva molti figli che sistemò con diverse donazioni ed appannaggi; due vennero preposti alla custodia remunerativa della porta del Sepolcro. Dopo l’invasione dei Corasmi (1244), regno persiano musulmano sunnita di origine turco-mamelucca, il sultano Ajub scrisse a Papa Innocenzo IV scusandosi dei danni subiti dalla basilica e assicurando che li avrebbe riparati e che avrebbe affidate le chiavi a due famiglie musulmane perché aprissero la porta ai pellegrini. Da allora questo diritto si è trasmesso da una famiglia all’altra”. Nel passato per poter far aprire la porta ed entrare nella Basilica, occorreva pagare una tassa personale che Fidenzio da Padova (XIII sec. ), vicario provinciale in Terra Santa, affermava si aggirasse intorno agli 80 franchi d’oro. Questa tassa personale d’ingresso veniva riscossa dai custodi musulmani a lato della porta, ove esisteva un banco di pietra”. Nel 1831 la tassa personale d’ingresso venne abolita da Ibrahim Pascià, generale, politico e sovrano egiziano.
Ma come avviene l’apertura del Santo Sepolcro? Oggi la porta si apre tutti i giorni, seguendo un cerimoniale che tiene in debito conto, oltre ai diritti di queste due famiglie musulmane, anche quelli delle tre comunità che ufficiano il Santo Sepolcro: Latini (francescani), Greci ed Armeni. Vi sono tre tipi di “apertura”, l’apertura semplice, solenne e simultanea. L’apertura semplice, spiegano dalla Custodia di Terra Santa, si ha quando il sacrestano della comunità che intende aprire la porta compie, da solo, tutte le cerimonie e si apre un solo battente della porta. L’apertura solenne avviene nello stesso modo ma con l’apertura di tutti e due i battenti: il sacrestano apre quello di sinistra e il portinaio musulmano quello di destra. L’apertura solenne simultanea si verifica quando i tre riti hanno, nello stesso giorno, l’ingresso solenne, che avviene nei sabati di quaresima. Allora tutti i movimenti per l’apertura debbono essere compiuti simultaneamente da tutti e tre i sacrestani. L’apertura avviene con questa sequenza: dall’interno della basilica il sacrestano passa la scala al portinaio musulmano attraverso un piccolo sportello. Il portinaio sblocca prima il lucchetto inferiore e poi quello superiore. A questo punto che il portinaio spalanca il battente di destra della porta. Ogni sera al momento della chiusura tutti e tre i sacrestani sono presenti e si mettono d’accordo su chi aprirà il giorno dopo: colui che avrà il diritto di apertura prende la scala e l’appoggia al centro della porta chiusa: con questo segno prende il possesso della porta per il giorno dopo. Naturalmente per la chiusura, tanto semplice quando solenne, vale lo stesso cerimoniale dell’apertura, ma a ritroso.
Gli orari. Tutti i giorni in cui non ci sono feste o circostanze particolari, l’apertura è fissata alle 4.00 del mattino. Per la chiusura serale della basilica, le tre Comunità hanno stipulato un accordo che prevede la chiusura alle ore 19.00 tra ottobre e marzo, alle ore 21.00 tra aprile e settembre. Ogni sera, al momento della chiusura, tutti e tre i sacrestani sono presenti e si mettono d’accordo su chi aprirà il giorno dopo: in particolare l’apertura viene fatta ciclicamente dalle tre Comunità; colui che avrà il diritto di apertura prende la scala e l’appoggia al centro della porta chiusa. Naturalmente per la chiusura vale lo stesso cerimoniale dell’apertura, ma a ritroso.