Discernimento

Giovani: mons. Raspanti (Acireale), “sintonizzarsi con la loro vocazione”

“Molti commentatori mettono a fuoco la separazione, se non la rottura, tra il mondo dei giovani e quello degli adulti, quale dato che abbia originato l’atteggiamento scettico dei giovani. Molto probabilmente la questione è particolarmente acuta in Occidente, dove si sono create condizioni socio-economiche e culturali che hanno dato vita a una ampia fascia di età, appunto il mondo giovanile, durante la quale si definiscono la personalità e il ruolo da assumere in un futuro sempre più spostato in avanti nella società in cui si vive”. Lo ha detto mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e vicepresidente della Cei, che stamattina ha tenuto la prolusione ai corsi di Teologia all’Università Cattolica, a Milano. Soffermandosi sul rapporto tra giovani e adulti, il presule ha sottolineato “il dato problematico”, cioè “la rottura e l’opposizione dei due mondi”, che dovrebbero, a suo avviso, “ricucire un’alleanza”. “Sono investiti entrambi dalla chiamata alla conversione per l’accoglienza del Vangelo della riconciliazione – ha spiegato il presule –. Occorrerà che in entrambi si inneschi un movimento di ritorno in sé per individuare e riconoscere quel che v’è di distorto in questa tendenza alla contrapposizione, o persino scontro, generazionale e lasciarsi correggere dalla buona notizia”. Parlando di discernimento e vocazione, mons. Raspanti ha sottolineato poi che “dare spazio al sogno e all’inedito dei giovani non significa allentare le redini del comando e concedere qualche possibilità a trovate più eccentriche, bensì sintonizzarsi con il dato antropologico del venir alla luce di una vera novità che è la persona umana stessa”. “Usando per essa il termine vocazione – ha aggiunto -, la visione cristiana indica che questo venir alla luce non sia semplice frutto di dinamiche biologiche, psicologiche e sociali, bensì che a suscitare e animare queste dinamiche sia l’azione di Dio stesso, che chiama in causa anche quella dell’uomo-educatore”. Così citando il Documento preparatorio al Sinodo, il presule ha affermato la volontà della Chiesa di “ascoltare il mondo giovanile invece di parlare ‘su di esso’ o strategicamente strumentalizzarlo”. Infine, notando “la distanza, l’indifferenza e l’incredulità delle nuove generazioni rispetto al Vangelo e alla Chiesa”, mons. Raspanti ha evidenziato che lo stesso Documento “non ha timore di suggerire agli operatori pastorali di spingersi rispetto al passato verso ‘percorsi di avvicinamento alla fede sempre meno standardizzati e più attenti alle caratteristiche personali di ciascuno’”.