Messaggio
“Il persistere dell’astensionismo ci fa consapevoli di quanto impegno sia ancora necessario perché venga superata ogni sfiducia e disaffezione verso la politica, in modo che ognuno si senta responsabile nei confronti della comunità locale e nazionale”. Lo scrivono i vescovi delle Chiese di Sardegna nel messaggio indirizzato ai nuovi senatori e deputati eletti nella Regione al Parlamento nazionale. “Unendoci all’appello del card. Gualtiero Bassetti – aggiungono citando le parole del presidente della Cei –, auspichiamo che, con vero amore per il nostro popolo e per il nostro Paese tutti sappiate lavorare con impegno reciproco e collaborativo per superare le distanze tra società e politica, per ‘ricucire la società italiana, aiutandola a vivere come corpo vivo che cammina assieme’, affrontando ‘l’urgenza sociale di pacificare ciò che è nella discordia’”. I vescovi della Conferenza episcopale sarda si dicono anche “convinti che, come ha scritto Papa Francesco, ‘la politica, tanto denigrata, è una vocazione altissima, è una delle forme più preziose di carità, perché cerca il bene comune’”. “Vi auguriamo perciò che riusciate a vivere l’incarico a cui siete stati chiamati superando le pur giustificate differenze ideologiche in una reale collaborazione nella ricerca del bene comune, a partire dall’attenzione ai poveri e dalla difesa della vita umana in ogni suo momento”. Le principali preoccupazioni indicate dai vescovi sono “il lavoro” che “resta la priorità” ed “è una vera emergenza sociale”. Con l’obiettivo di “superare ogni rassegnazione” e “operare per dare risposte concrete alla troppo diffusa precarietà lavorativa”. Un altro grave problema per la regione “riguarda il rispetto della natura e dell’ambiente nella nostra bella terra”. I vescovi evidenziano anche “l’urgenza di venire incontro ai troppi giovani, duramente provati nelle loro aspettative di vita, spesso ingiustamente mortificati nei loro talenti e costretti ad una dolorosa emigrazione”. “Altrettanto importante è sostenere le troppe famiglie in condizioni di povertà, non solo economica ma anche culturale e sociale”. Infine, una richiesta di attenzione “ai popoli dei Paesi dell’Africa e dell’Asia, ai tanti rifugiati e migranti che arrivano da quelle coste, nei confronti dei quali la Sardegna sta dimostrando una generosa capacità di accoglienza”.