Venerdì Santo
Venerdì Santo è il giorno che la Chiesa dedica alla “Colletta per la Terra Santa” che nasce dalla volontà dei Papi di mantenere forte il legame tra tutti i cristiani del mondo e i Luoghi Santi. Essa è la fonte principale per il sostentamento delle comunità ecclesiali del Medio Oriente (Gerusalemme, Palestina, Israele, Giordania, Cipro, Siria, Libano, Egitto, Etiopia, Eritrea, Turchia, Iran e Iraq). Nel 2017 le offerte pervenute sono state 5.531.899,22 dollari, cui va aggiunta la somma di 1.423.251,78 euro, insufficienti a coprire tutti i bisogni. Come ogni anno il prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, card. Leonardo Sandri, indirizza ai vescovi del mondo una lettera per stimolare la carità delle Chiese locali e mettersi così “a fianco dei fratelli che fanno fatica ad alzarsi e a riprendere la strada a motivo di molteplici ragioni”
La tradizionale “Collecta pro Terra Sancta” del Venerdì Santo è “un’occasione propizia per essere uno con i nostri fratelli della Terra Santa e del Medio Oriente da dove, purtroppo, il grido di migliaia di persone che sono prive di tutto, talvolta persino della propria dignità di uomini, continua a giungerci, spezzando i nostri cuori, e invitandoci ad abbracciarli con carità cristiana, fonte sicura di speranza. Senza lo spirito di Cristo il grido del fratello rimane inascoltato e i volti di migliaia di persone meno fortunate restano inosservati”.
È quanto scrivono il prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, card. Leonardo Sandri, e mons. Cyril Vasil, arcivescovo segretario, nella lettera inviata a tutti i vescovi del mondo in vista del Venerdì Santo, giorno in cui la Chiesa raccoglie le offerte per la Terra Santa. “Edificare la Chiesa di Terra Santa, nei suoi edifici di culto e nelle sue pietre vive, che sono i fedeli cristiani, quindi, è responsabilità di tutte le Chiese particolari della cristianità, consapevoli che la fede cristiana ha avuto il suo primo centro propulsore nella Chiesa Madre di Gerusalemme”.
“Dimostrare vicinanza”. Nella lettera il cardinale ricorda “la speciale vocazione di vivere la fede in un contesto multi-religioso, politico, sociale e culturale” della comunità cattolica di Terra Santa formata dalla “diocesi patriarcale di Gerusalemme, dalla Custodia francescana e dalle altre Circoscrizioni, come quelle orientali – greco-melchita, copta, maronita, sira, caldea, armena – con le famiglie religiose e gli organismi di ogni genere”. “Nonostante le sfide e insicurezze, le parrocchie proseguono il loro servizio pastorale con attenzione preferenziale per i poveri; le scuole luoghi di incontro tra cristiani e musulmani preparano insieme, lo speriamo contro ogni speranza, un futuro di rispetto e di collaborazione; gli ospedali e gli ambulatori, gli ospizi e i centri di ritrovo continuano ad accogliere sofferenti e bisognosi, profughi e rifugiati, persone di ogni età e religione colpite dall’orrore della guerra” .
Il prefetto esorta a
“non dimenticare le migliaia di famiglie, tra cui bambini e giovani, scappati dalla violenza della guerra in Siria e Iraq,
molti dei quali in età scolare, che si appellano alla nostra generosità per riprendere la vita scolastica e così poter sognare un futuro migliore”. Un sogno reso possibile grazie alla generosità della “piccola comunità cristiana del Medio Oriente che continua a sostenere la fede tra gli sfollati in Iraq e Siria, o tra i rifugiati in Giordania e Libano assistiti dai loro pastori, religiosi e volontari dei vari Paesi”.
“I volti di queste persone – si legge nel testo – ci interrogano sul senso di essere cristiani, le loro vite provate ci ispirano. Dimostriamo loro la nostra vicinanza, concretizzata attraverso la nostra costante preghiera e mediante un aiuto economico, in particolare dopo la liberazione della Piana di Ninive. Molti cristiani iracheni e anche siriani vogliono ritornare alla propria terra dove le loro case sono state distrutte; con scuole, ospedali e chiese devastati.
Non lasciamoli soli”.
Un ultimo appello il card. Sandri lo riserva per la ripresa dei pellegrinaggi in Terra Santa che “costituiscono un notevole sostegno di sopravvivenza per migliaia di famiglie”.
Le cifre del 2017. Secondo quanto riferito dalla Congregazione per le Chiese orientali, nel 2017 le offerte pervenute per la Colletta sono state: 5.531.899,22 dollari, cui va aggiunta la somma di 1.423.251,78 euro. Di norma, la Custodia di Terra Santa riceve la parte maggiore della raccolta, mentre ciò che rimane alla Congregazione per le Chiese orientali serve per la formazione dei candidati al sacerdozio, il sostentamento del clero, l’attività scolastica, la formazione culturale, i sussidi alle diverse circoscrizioni ecclesiastiche in Medio Oriente. Per la formazione accademica, spirituale e umana dei seminaristi e sacerdoti sono stati impiegati 600mila dollari più 3.709.128 euro, per l’attività scolastica delle scuole del Patriarcato latino di Gerusalemme, della Bethlehem University e del Segretariato di solidarietà 3.130.000 dollari, per sussidi ordinari 1.611.570 dollari, per quelli straordinari (Siria, Gerusalemme e cultura) 861.000 dollari e 5mila euro. “Come si può constatare – spiegano dalla Congregazione – le spese superano la Colletta e pertanto è necessaria una maggiore cooperazione e un impegno generoso dei cristiani di tutto il mondo verso i loro fratelli e sorelle della Terra Santa e del Medio Oriente. L’invito del Santo Padre Francesco nel suo Messaggio della Giornata Mondiale della Pace di quest’anno risuona ancora nei nostri orecchi e ci interpella sulla necessità e impegno di ‘accogliere, proteggere, promuovere e integrare’ il fratello nel bisogno, specialmente i migranti e rifugiati”.