Anniversario
“A Francesco non interessa tanto descrivere il demonio, il ‘divisore’ che tenta incessantemente di separarci da Dio e di contrapporci gli uni gli altri. Al Papa sta soprattutto a cuore che il cristiano sappia lottare giorno dopo giorno contro i demoni, usando come arma il Vangelo”. Lo scrive Enzo Bianchi, fondatore della comunità monastica di Bose, nell’articolo pubblicato da “L’Osservatore Romano”, nel numero di domani (in distribuzione da oggi pomeriggio), dedicato alla parola “diavolo”, nel quinto anniversario dell’elezione di Papa Francesco. E lo fa citando un passaggio di un’omelia pronunciata a Santa Marta l’11 aprile 2014. Il fondatore della comunità di Bose sottolinea come “le armi del Vangelo, che è Gesù Cristo, si affinano con il discernimento – dei pensieri, delle parole, delle azioni e delle omissioni – che porta a riconoscere ciò che viene da Dio e ciò che viene dal maligno”. E, di quest’ultimo, legge nelle parole del Papa le “tre caratteristiche”: “Cresce, contagia e si giustifica”. “La lotta allora deve avvenire con la spada della parola di Dio – sottolinea – che penetra e opera una ‘divisione’ contrapposta a quella del demonio, ispirando una presa di posizione che ricolloca il cristiano alla sequela del Signore, ne raddrizza il cammino, lo guida a conversione. È l’assiduità con la parola di Dio che impedisce alla tentazione di crescere e mettere radici, che ne ferma il contagio e ne annienta le giustificazioni”. “Il volto misericordioso del Signore – conclude – è l’antidoto che Francesco ricorda costantemente per rinsaldare i cristiani nella loro lotta anti-idolatrica e per consolare chi è tentato di cedere alle lusinghe del diavolo. È il Signore Gesù il solo che può sconfiggere il divisore e unificare il nostro cuore”.