Ecologia integrale
“L’ecologia integrale sempre include l’essere umano e la sua dimensione spirituale” e la crisi ecologica “rivela la gravità della crisi morale dell’uomo”, come già scrisse Papa Giovanni Paolo II. Lo si legge nella parte introduttiva della lettera pastorale “Discepoli missionari custodi della casa comune – Discernimento alla luce dell’enciclica Laudato si’”, pubblicata dal Consiglio episcopale latinoamericano (Celam), che viene presentata oggi a Bogotà. I vescovi latinoamericani sottolineano che le questioni ambientali non possono essere trattate in maniera isolata o frammentata, piuttosto si tratta di “uno sguardo alla radice dell’esistenza umana”. La contemplazione del creato ci porta a sperimentare la grandezza del Signore e a dargli lode, e al tempo stesso ci porta a considerare la dignità di ogni persona umana, a partire dai più poveri.
L’ecologia integrale è perciò l’oggetto di una necessaria conversione: “La crisi ecologica – si legge al paragrafo 6 – è un appello a una profonda conversione interiore. Non trarremo alcun giovamento se il cambiamento di sistemi economici e di modelli di produzione non è il riflesso di un cambio di mentalità e coscienza, atteggiamento e cuore. L’evangelizzazione autentica si mostra in una conversione ecologica”. L’ecologia integrale, ricordano i vescovi citando ancora la Laudato si’, abbraccia cinque dimensioni: l’ecologia ambientale, economica, sociale, culturale e della vita quotidiana, “in relazione al principio etico del bene comune e della giustizia tra generazioni”.
Si legge al paragrafo 12: “Fedeli alla tradizione teologico-pastorale latinoamericana e del Caribe, a partire da un’attitudine di discernimento dei ‘segni dei tempi’, dentro una chiamata al dialogo onesto, plurale, argomentato, e con lo sguardo dell’ecologia integrale, noi vescovi esortiamo le comunità cattoliche del continente a vedere e toccare la realtà, contemplando in essa il Vangelo della creazione e percependo l’azione dello Spirito Santo nella storia umana, per analizzare, interpretare e discernere ciò che è conveniente e cosa no nelle attività estrattive nei territori, e così fare proposte, pianificare e agire per trasformare il nostro stile di vita, incidere nelle politiche minerarie ed energetiche degli Stati e dei Governi e nelle politiche e strategie delle imprese che si dedicano all’attività estrattiva, con l’obiettivo di raggiungere il bene comune e un autentico sviluppo umano, sostenibile e integrale”.