Omelia
“Coraggio e pazienza”: sono le peculiarità della preghiera, che deve essere levata a Dio “con libertà, come figli”. Lo ha detto il Papa, nell’omelia della messa celebrata oggi a Santa Marta. Mosè – ha spiegato Francesco commentando il brano dell’Esodo sul vitello d’oro – non teme di dire la verità, non “entra in giochi di tangente”, non cede davanti alla possibilità “di vendere la sua coscienza”. “E questo piace a Dio”, ha precisato il Papa, secondo quanto riferisce Vatican News: “Quando Dio vede un’anima, una persona che prega e prega e prega per qualcosa, lui si commuove”. “Niente tangente. Io sono con il popolo. E sono con Te. Questa è la preghiera di intercessione: una preghiera che argomenta, che ha il coraggio di dire in faccia al Signore, che è paziente. Ci vuole pazienza, nella preghiera di intercessione: noi non possiamo promettere a qualcuno di pregare per lui e poi finire la cosa con un Padre Nostro e un’Ave Maria e andarcene. No. Se tu dici di pregare per un altro, devi andare per questa strada. E ci vuole pazienza”. “Per la preghiera di intercessione – ha proseguito Francesco – ci vogliono due cose: coraggio, cioè parresia, coraggio, e pazienza. Se io voglio che il Signore ascolti qualcosa che gli chiedo, devo andare, e andare, e andare, bussare alla porta, e busso al cuore di Dio, e busso di qua… ma perché il mio cuore è coinvolto con quello! Ma se il mio cuore non si coinvolge con quel bisogno, con quella persona per la quale devo pregare, non sarà capace neppure del coraggio e della pazienza”. “Che il Signore ci dia questa grazia”, ha concluso il Papa illustrando la “strada della preghiera di intercessione”: “La grazia di pregare davanti a Dio con libertà, come figli; di pregare con insistenza, di pregare con pazienza. Ma soprattutto, pregare sapendo che io parlo con mio Padre, e mio Padre mi ascolterà. Che il Signore ci aiuti a progredire in questa preghiera di intercessione”.