Analisi
Dalle elezioni politiche del 4 marzo l’Italia è uscita senza maggioranza. Con il 37% dei consensi ha vinto il centrodestra, il centrosinistra è il grande sconfitto (22,85%); il M5S diventa il primo partito con il 32,68% del totale dei consensi. “Sono state scelte le due forze più antieuropeiste – almeno a parole – dello scenario politico. In modi diversi esse hanno saputo canalizzare le paure sociali e la speranza di cambiamento, in una campagna elettorale pensata a colpi di slogan, senza alcun confronto diretto tra i leader, in cui sono prevalsi l’idea di nazione, la nostalgia del passato, il sogno di un governo perfetto, un’idea miracolistica di politica”, l’analisi di padre Francesco Occhetta, offerta sul quaderno 4026 de “La Civiltà Cattolica”, in uscita sabato 17 marzo. Occhetta ricorda che il 23 marzo si riunirà il nuovo Parlamento per eleggere i presidenti di Camera e Senato e delinea tre possibili scenari. “Tramontata la possibilità di una maggioranza di larghe intese”, premette, “se il Pd sceglierà di rimanere all’opposizione, il M5S potrebbe governare con la Lega di Salvini o insieme alla coalizione di centrodestra”. Nessun partito o coalizione “ha la forza di governare da solo, ma il rispetto delle regole istituzionali garantirà accordi realistici e possibili”. Un secondo scenario possibile “è rappresentato da un Governo guidato dal M5S con l’appoggio (esterno) del Pd su precisi punti programmatici”. L’ultimo prevede un “Governo di scopo, ma le prospettive menzionate – avverte il gesuita – sono destinate a dividere il Pd e a far crescere nei consensi le forze che rimarranno all’opposizione”.