Migranti
La situazione di quanti si trovano sul territorio tedesco “senza documenti” è stata al centro del 14° convegno sull’illegalità che si è concluso quest’oggi a Berlino e che ha visto riuniti all’Accademia cattolica circa 120 esperti provenienti dal mondo ecclesiale, delle organizzazioni non governative e da settori quali quelli amministrativo, politico e scientifico. “Sono persone che vedono messa a rischio la loro dignità”, ha sottolineato l’arcivescovo di Amburgo Stefan Hesse, presidente della Commissione migrazione della Conferenza episcopale tedesca e presidente del Forum cattolico “Vivere nell’illegalità”. Aprendo i lavori del convegno, dal titolo “Obblighi di notifica e residenza illegale”, mons. Hesse ha sottolineato come gli obblighi di notifica condizionino quasi tutti gli aspetti della vita delle persone “senza documenti” – soprattutto i minori – che si trovano in Germania. L’arcivescovo di Amburgo ha invitato i politici a non perdere di vista la questione e ha invitato a riprendere in mano i contatti politici degli ultimi anni. “Gli obblighi di notifica, così come si applicano in Germania – ha affermato – non hanno un fine in sé, ma sono un mezzo per raggiungere un fine. Come abbiamo visto nel diritto all’educazione, possono certamente essere modificati. Ma perché questo avvenga, deve prevalere la consapevolezza che in determinate situazioni gli obblighi di notifica possono mettere a repentaglio beni giuridici più alti”. Dopo un’introduzione storico-legale di Andreas Fahmeier (Università di Francoforte) sulla genesi del Registro centrale degli stranieri, Elisabeth Badenhoop (Università di Edimburgo) ha illustrato le conseguenze politiche di tale normativa sul controllo delle persone straniere dagli anni Cinquanta agli anni Settanta. Spazio è stato dato, nel corso dei lavori, alla comparazione delle iniziative giuridiche intraprese in altri Stati membri dell’Ue e a informazioni sugli attuali sviluppi politici nella Bassa Sassonia e a Berlino e alle conseguenze del progetto pilota “Certificato sanitario anonimo”. Ai lavori ha partecipato anche il commissario federale per la protezione dei dati e la libertà di informazione Andrea Voßhoff, che ha offerto un focus sui vantaggi e sui pericoli dello scambio di dati amministrativi.