Papa a San Giovanni Rotondo
Alla vigilia dell’arrivo del Papa a San Giovanni Rotondo, parla Domenico Crupi, direttore generale della Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza: la presenza di Padre Pio “è ancora viva”. L’incontro di Francesco con i piccoli degenti del reparto di oncologia pediatrica.
“Padre Pio continua a far sentire il suo sostegno: la sua presenza è ancora viva nella Casa”. A testimoniarlo è Domenico Crupi, direttore generale della Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza, che il Papa visiterà domani 17 marzo, intrattenendosi in particolare con i piccoli degenti del reparto di oncologia pediatrica. “Voi avete la missione di curare il malato, ma se al letto del malato non portate l’amore, non credo che i farmaci servano a molto. Portate Dio ai malati: varrà più di qualsiasi altra cura”. Sono le parole dedicate dal Santo di Pietrelcina alla comunità di Casa Sollievo, voluta e creata da Padre Pio nel 1956, e divenuta oggi un importante polo di cura e ricerca scientifica, visitata anche da Benedetto XVI nel 2009. La struttura dispone di 887 posti letto, conta circa 3mila dipendenti, divisi tra l’Ospedale, il Centro Diagnostico “Giovanni Paolo II”, l’Istituto Mendel di Roma, il Centro di Ricerca per la medicina rigenerativa e le malattie rare, la Casa di Riposo e le aziende agricole “Masseria Calderoso” e “Posta La Via”. Quattro le strutture di accoglienza, una delle quali – la “Casa Zeni” – ospita gratuitamente le famiglie dei bambini della pediatria onco-ematologica. Oltre 62.500 i casi trattati ogni anno in ricovero ordinario, day hospital, day surgery e day service, a cui vanno aggiunte le oltre 1.100.000 prestazioni di diagnostica strumentale. “Tutta l’attività che si svolge all’interno della Casa Sollievo ruota intorno alla persona sofferente – assicura Crupi – alla quale abbiamo il dovere di offrire non solo la massima efficacia dal punto di vista dell’assistenza clinica, diagnostica e terapeutica, ma anche di circondarla di quell’amore e di quell’attenzione che Padre Pio riteneva parte integrante, anzi il presupposto, della cura del malato”.
Come è nata l’idea dell’ospedale?
San Pio da Pietrelcina volle costruire la Casa Sollievo della Sofferenza in cima ad un monte pietroso, in un’area fra le più depresse del Sud Italia. È importante sottolineare come l’Opera di San Pio, in aiuto agli uomini e alle donne sofferenti non solo del Gargano, ha caratteristiche decisamente opposte ai consueti schemi con cui gli economisti e i programmatori sono soliti progettare la costruzione di un ospedale. In questo senso, la costruzione della Casa Sollievo in cima ad un monte è certamente un segno della Provvidenza divina: non si potrebbero spiegare altrimenti i numeri che la caratterizzano. A tal riguardo, bisogna ricordare che
Padre Pio voleva che l’ospedale fosse inteso come “luogo di preghiera e di scienza” e sollecitava l’aiuto di tutti a non far morire d’inedia la sua Casa, per la quale, anzi, profetizzava che sarebbe diventata “città ospedaliera tecnicamente adeguata alle più ardite esigenze cliniche” e che avrebbe ospitato “un centro di studi intercontinentale per coadiuvare i sanitari a perfezionare la loro cultura professionale e la loro formazione cristiana”.
Queste parole tracciano chiaramente la linea della nostra missione: mettere la persona malata al centro dell’operatività clinica, relazionale e religiosa senza trascurare l’aspetto socio-economico.
Molto rilevante e ormai internazionalmente riconosciuto è anche il contributo di Casa Sollievo alla ricerca…
Con la costruzione del nuovo Centro di Ricerca, che si avvale del lavoro di 164 ricercatori, abbiamo dato un forte impulso alla ricerca scientifica nel campo delle malattie rare e delle malattie degenerative, con sperimentazioni in corso, mediante trapianti di cellule staminali, su ammalati di sclerosi laterale amiotrofica, sclerosi multipla e glioblastoma. E ancora, le grandi tecnologie che contribuiscono a rendere l’Opera un polo importante della sanità italiana: la nuovissima sala operatoria cardiochirurgica dotata di tutte le tecnologie necessarie ad eseguire gli esami in tempo reale durante l’intervento, connettendo la sala con il mondo esterno per finalità didattiche ed accademiche.
Da più di otto anni l’Istituto si è dotato di un robot chirurgico – utilizzato in campo urologico, ostetrico-ginecologico, addominale, toracico e testa-collo – che permette l’ottimizzazione e la riduzione dell’invasività delle procedure nonché una precisione millimetrica durante gli interventi. Tra le ultime acquisizioni della Casa Sollievo ci sono anche un rilevatore del sistema nervoso, una tac intraoperatoria e un navigatore chirurgico per la chirurgia maxillo-facciale. La Casa Sollievo fa parte di un team di dieci Istituti europei che collaborano alla sperimentazione dell’utilizzo del robot M.a.r.i.o. nell’assistenza dei pazienti geriatrici affetti da Alzheimer o demenza senile lieve.
Infine, grazie alla generosità dei tanti benefattori dell’Opera, anch’essi un segno tangibile della Provvidenza divina, è stato possibile acquistare la prima di quattro nuove macchine d’avanguardia per il trattamento radioterapico dei pazienti oncologici.
Cosa troverà il Papa quando saluterà i bambini?
All’interno del reparto di oncoematologia pediatrica troverà professionalità clinica, una scuola paritaria per garantire il diritto allo studio nei pazienti costretti a lunghe degenze, laboratori ludici e didattici, momenti di svago e spensieratezza con i clown e tante piccole storie che si costruiscono dalle relazioni quotidiane. I piccoli che non ce la fanno, continueranno a vivere sempre nella nostra memoria e nel nostro cuore.