Scuola
Nelle aule scolastiche italiane le difficoltà relazionali permangono nonostante gli alunni con disabilità passino la maggior parte del loro tempo all’interno della classe (in media 25,2 ore settimanali per la scuola primaria e 22,9 per quella secondaria) e svolgano attività didattica al di fuori della classe solo per un numero residuale di ore, in media 3,3 ore settimanali nella scuola primaria e 4,0 nella scuola secondaria di primo grado. Le ore svolte al di fuori della classe sono più elevate nelle scuole del Nord e più basse nel Mezzogiorno per entrambi gli ordini scolastici. Lo rileva oggi l’Istat nel report “L’integrazione degli alunni con disabilità nelle scuole primarie e secondarie di primo grado”. Se l’alunno presenta problemi di autonomia – nello spostarsi, nel mangiare e nell’andare in bagno – il numero di ore di didattica passate in classe diminuisce drasticamente, con differenze lungo lo Stivale: nel Nord gli alunni non autonomi trascorrono al di fuori della classe 11 ore nella scuola primaria e 11,8 ore nella scuola secondaria di primo grado rispetto agli alunni autonomi mentre nel Mezzogiorno gli studenti non autonomi passano fuori dalla classe 3,9 ore nella scuola primaria e 6,4 ore nella scuola secondaria di primo grado. Secondo l’Istat, si riscontra una buona partecipazione degli alunni con disabilità a uscite didattiche brevi (senza pernottamento) organizzate dalla scuola. Infatti, gli alunni che non partecipano a questo tipo di attività rappresentano solo il 5,1% nella scuola primaria e il 9,4% nella secondaria di primo grado. La partecipazione alle gite di istruzione con pernottamento, invece, è meno frequente. Una minore partecipazione si riscontra in particolare nella scuola secondaria di primo grado dove si stima che non partecipino il 21,9% degli alunni con sostegno; nella scuola primaria invece tale percentuale si attesta al 10,3%.