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“La Comunità di Sant’Egidio è ancora così viva, vitale e attrattiva dopo 50 anni perché sa leggere i segni dei tempi” e sa far “divampare la speranza”. Lo ha detto Aldo Cazzullo, giornalista e scrittore, intervenuto alla presentazione, questa sera a Roma, del libro di Andrea Riccardi “Tutto può cambiare – Conversazione con Massimo Naro” (edizioni San Paolo), uscito in occasione del cinquantesimo anniversario della Comunità. Segni dei tempi oggi, spiega, “sono anzitutto la rivolta contro la casta – non solo in Italia – che spiega questo risultato rivoluzionario del 4 marzo, legata all’incapacità della politica e dei sindacati ad incontrare il popolo. Segni dei tempi è la distruzione del lavoro, la rivoluzione digitale che crea solitudini”. “La mia generazione – prosegue Cazzullo – ha pensato che si potesse essere felici da soli, ma l’individualismo spesso degenera nella solitudine e nell’assenza della comunità”. Inoltre con la robotica, l’intelligenza artificiale, la clonazione “abbiamo l’illusione di ricreare l’uomo”. Oggi, osserva, “anniversario dei 40 anni del rapimento di Moro, sono andato a rivedermi il suo discoro ai gruppi parlamentari democristiani, due settimane prima del rapimento, straordinaria lettura dei segni dei tempi”. Ritornando a Sant’Egidio, conclude Cazzullo, “leggere i segni dei tempi è aver capito che bisognava andare nelle periferie, prendersi cura dei poveri, dei malati, dei migranti, degli ultimi; andare nel mondo a gettare ponti, costruire legami, seminare la pace”.