Elezioni

Russia: i titoli dei giornali in Europa e nel mondo sul trionfo di Putin

“Putin si assicura una vittoria schiacciante… grazie alla Gran Bretagna” scrive l’inglese The Times secondo cui “la rabbia per la reazione britannica all’attacco a Mr Skripal a Salisbury ha galvanizzato gli elettori”. Anche il Guardian parla di “vittoria schiacciante”, ma associa il lungo mandato di Putin, che resterà in carica fino al 2024, a quello di Stalin poiché “Putin sarà il primo leader del Cremlino a restare al potere per due decenni dai tempi di Stalin”. Per L’Indipendent, la Russia si è incamminata su un “nuovo nazionalismo autoritario”, pur tracciando tante differenze tra Putin e i suoi predecessori, salvo il “ripetere uno degli errori che hanno portato al collasso dell’Urss: vaste spese militari a scapito degli standard di vita e degli investimenti produttivi” insieme alle “sanzioni occidentali, utile distintivo d’onore politico per Putin, che continuano a danneggiare la base materiale per le sue ambizioni militari e territoriali” e che potrebbe portarlo alla rovina. Dalla Spagna il commento su El Pais s’intitola “Putin e i titani nani” e fa riferimento a Russia, Cina e Turchia i cui “leader autoritari si eternizzano e proiettano forza”, con Erdogan che pianta la sua bandiera ad Afrin, Xi acclamato presidente a vita e Putin che ha “orchestrato una inscenata di legittimazione pseudo-democratica”. A fronte di ciò, “l’occidente vive molteplici fallimenti” ma ha, tra le altre cose il “pluralismo dei suoi dibattiti che alimentano idee, innovazione, progresso senza paragone” e “una spina dorsale durissima”. Il Frankfurter Allgemeine si concentra sulla “sfida” lanciata all’Occidente sulla questione dell’avvelenamento da un Putin che ieri ha dichiarato non esistere più armi chimiche in Russia, distrutte sotto il controllo degli osservatori internazionali. Il Washington Post non ci crede e riferisce di “laboratori militari segreti di Mosca e nuove armi”. Il New York Times più morbido analizza la vittoria guardandola da Mosca e scrive che “per molti elettori, scegliere uno dei sette candidati dell’opposizione sarebbe stato come chiedere a uno dei nani di assumere il ruolo di Biancaneve”.