Pre-Sinodo

Papa Francesco: ai giovani, parlare “il linguaggio della testa, del cuore e delle mani”. “Usare il mondo virtuale ma con i piedi per terra”

Parlare “il linguaggio della testa, del cuore e delle mani”. Rispondendo a braccio alla domanda di María de la Macarena Segui, di Scholas Occurrentes, proveniente dall’Argentina, il Papa – nella giornata di apertura del pre-Sinodo sui giovani – ha confessato in spagnolo che Scholas “mi ha cambiato la vita”, lodando la capacità di questa rete di scuole e del suo processo educativo di “invertire” la tendenza educativa, frutto dell’Illuminismo, per cui “si cresce moltissimo nella conoscenza”, ma si perde la capacità “dello stupore, di meravigliarsi, della trascendenza”. Tre, quindi, i linguaggi che vanno “armonizzati”: “Della testa, per apprendere a pensare bene; del cuore, per imparare a sentire bene” e sconfiggere piaghe come il bullismo, e delle mani, per “essere artigiani e creatori”. “L’educazione è personale, ma necessita della comunità per progredire”, ha ammonito Francesco: “Io critico molto il mondo virtuale”, perché se non ben padroneggiato “può arrivare ad un livello di alienazione così grande che rende la nostra società non soltanto liquida, come diceva il grande Bauman, ma gassosa”. “Non demonizziamolo, perché è una ricchezza”, l’invito a proposito del mondo virtuale: “Bisogna saperlo usare” con lo “stile della concretezza”, che consiste nell'”usare il mondo virtuale ma con i piedi per terra”, perché non ci schiavizzi. “Una cosa è la liquidità e la gassosità, un’altra cosa è la libertà concreta”, ha puntualizzato il Papa: “La concretezza ti dà la libertà, il liquido e il gassoso te la toglie”.