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“Soffrirebbe nel vederli (i giovani, ndr) oggi privati proprio di quel futuro che avrebbero dovuto incarnare, abbandonati da una politica che, salvo eccezioni, li ha usati, ingannati e delusi”. Lo scrive don Luigi Ciotti, nella prefazione del libro “Don Tonino sentiero di Dio. Con inediti dagli scritti e dal carteggio” (ed. San Paolo) di Giancarlo Piccinni, presidente della Fondazione don Tonino Bello, parlando del rapporto del vescovo di Molfetta con i giovani, che “sosteneva e proteggeva da chi dimostrava nei loro riguardi un interesse di circostanza, celebrandoli come ‘il nostro futuro’, quando lui obbiettava, con un punto di rabbia, quella rabbia che denota amore, che essi sono invece il nostro presente”. Secondo il fondatore di Libera, don Tonino Bello “gioirebbe nel sapere come tanti di loro trovino nelle sue parole – parole forti, coerenti, poetiche, profetiche, capaci di attraversare le generazioni – una ragione per impegnarsi per il bene comune, per dedicarsi alle cose grandi e belle che si manifestano oltre il muro dell’io”. Infine, don Ciotti sostiene che “Tonino Bello continua a essere un prezioso lievito dei loro fragili sogni: ‘Diventate la coscienza critica del mondo, diventate sovversivi. Non fidatevi dei cristiani che non incidono la crosta della civiltà. Fidatevi dei cristiani autentici sovversivi come san Francesco’”. “Così parlava il mio amico Tonino Bello, cristiano autentico sovversivo che ha inciso la crosta dell’indifferenza, dell’egoismo, dell’ingiustizia, lasciando nel cuore e nella mente di molti un luminoso segno di speranza”.