Biennale architettura 2018

Padiglione Santa Sede: Baratta (presidente Biennale), “l’architettura è arte politica e punto d’incontro tra l’io e il noi”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Dieci architetti di tutto il mondo: Javier Corvalan Espinosa (Paraguay), Smilian Radic (Cile), Carla Juacaba (Brasile) Sean Godsell (Australia), Eva Prats e Ricardo Flores (Spagna), Eduardo Souto de Moura (Portogallo), Norman Foster (Gran Bretagna), Andrew Berman (Usa) e Teronobu Fujimori (Giappone). E’ la task  force messa in campo dalla Santa Sede per la realizzazione di “Vatican Chapels”, il Padiglione con targa vaticana  alla 16a Mostra internazionale di architettura della Biennale di Venezia (26 maggio – 25 novembre). A tutti è stato chiesto di lavorare con criteri ecosostenibili nei materiali e nel progetto affinché le cappelle realizzate possano essere ricollocabili e riutilizzabili altrove,anche dopo la Biennale. “Una mostra di architettura – spiega il presidente della Biennale Paolo Baratta, intervenendo oggi alla presentazione del Padiglione in sala stampa vaticana – porta esempi e sollecita il visitatore a riflettere su come si può agire sullo spazio in modo diverso. E’ significativa la presenza della Santa Sede in questa particolare Biennale il cui tema è ‘Freespace’ ovvero lo spazio libero, comune, gratuito”. L’architettura, assicura Baratta “è un ‘arte politica nel senso di costruzione della polis” ed è “strumento per realizzare l’uomo nella sua necessità individuali e come soggetto collettivo; è il punto di incontro fra l’io e il noi, l’individuo che diventa comunità, da monade singolare a soggetto che vive insieme ad altri esperienze diverse. Lo spazio libero e gratuito è la cartina al tornasole della comunità, il segno della capacità di un mondo di donare a se stesso”. La Biennale architettura, conclude, tenta di “rispondere ad una nuova generazione dicendo che non rinunciamo allo spazio fisico nell’illusione che in uno spazio virtuale un rumoroso deserto ci dia l’illusione di essere chissà chi o chissà cosa”.