Fede e società
Tempo di passaggio è quello che stiamo vivendo a livello internazionale, dove ancora non si delineano compiutamente i nuovi equilibri che pure si annunciano e dove la radicale trasformazione implicata dai new media e dalle nuovissime tecnologie è sempre in evoluzione
Siamo davvero in un tempo di passaggio: la Pasqua ci ricorda il passaggio del Mar Rosso da parte degli Ebrei verso la liberazione e ci ricorda soprattutto il passaggio dalla morte alla vita da parte di Gesù, che trascina con sé verso la piena liberazione dal male, dal peccato e dalla morte, tutti coloro che lo accolgono. Tempo di passaggio è anche tutta la nostra vita terrena; tempi di passaggio sono le varie età della vita; tempi di passaggio le tante circostanze provvisorie che preludono ad altri eventi. Tempo di passaggio è quello che stiamo vivendo a livello internazionale, dove ancora non si delineano compiutamente i nuovi equilibri che pure si annunciano e dove la radicale trasformazione implicata dai new media e dalle nuovissime tecnologie è sempre in evoluzione.
Tempo di passaggio per i milioni di migranti che lasciano la loro terra verso altri luoghi ritenuti più ospitali. Tempo di passaggio, in modo particolare, proprio in questi giorni, per la nostra nazione che cerca faticosamente la strada per una nuova governance, come mai incerta sul proprio futuro e sul punto di arrivo.
L’annuncio pasquale giunge propizio a infondere speranza nei cuori e nella vita. Che il Cristo sia risorto documenta con certezza la possibilità delle possibilità, cioè il superamento di ogni cupo orizzonte di paura e di angoscia, poiché anche il male dei mali – la morte – è stato sconfitto e quindi ogni altro male – dall’ingiustizia alle sperequazioni, dalle divisioni alle guerre, dalla miseria all’indifferenza, dalla superbia alla vendetta, dall’incomprensione all’odio – tutto può essere vinto.
Il passaggio, per essere autentico, dev’essere sempre verso il meglio. Purtroppo, la storia – personale e collettiva – ci dice che a volte è anche, malauguratamente, verso il peggio. Ma come alla donna nel giardino, affranta dalla morte e dalla perdita addirittura del corpo del Maestro tanto caro, appare il Risorto annunciandole e mostrandole – in una primavera incipiente – la realtà di un passaggio inatteso e luminoso, così la nostra vita e le nostre vicende possono essere illuminate da un orizzonte di luce insperata verso il quale diventa più agevole e persino più lieto il passaggio.
(*) direttore “Nuova Scintilla” (Chioggia)