Salone internazionale del libro

Leggere la vita

Nei libri si scoprono cose e mondi nuovi, se ne immaginano altre, si viaggia, si conosce la storia. Nei libri ci siamo noi, ci aiutano a capirci, a viaggiare dentro il nostro io. In tempi non facili per la cultura, in cui paradossalmente la globalizzazione dell’informazione e dello scambio di dati anziché far crescere la conoscenza la appiattisce verso il basso, è più che mai importante tornare a promuovere la lettura. Anche quella tradizionale.

“Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5.000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è un’immortalità all’indietro”. È una frase di Umberto Eco che bene riassume il valore della lettura e la ricchezza che sta dentro ad un libro. Nei libri si scoprono cose e mondi nuovi, se ne immaginano altre, si viaggia, si conosce la storia. Nei libri ci siamo noi, ci aiutano a capirci, a viaggiare dentro il nostro io. Immortalità all’indietro, dice Eco, ma anche sguardo avanti. Bello sottolinearlo alla vigilia dell’apertura del Salone internazionale del libro di Torino. In tempi non facili per la cultura, in cui paradossalmente la globalizzazione dell’informazione e dello scambio di dati anziché far crescere la conoscenza la appiattisce verso il basso, è più che mai importante tornare a promuovere la lettura. Anche quella tradizionale. Che non si fa sfiorando lo schermo di uno smartphone, ma sfogliando le pagine di carta di un libro. Un gesto fisico che mentre muove le nostre mani, sposta anche il nostro cuore. “Un giorno tutto questo…” è lo slogan che accompagna il salone. Interessante. Ci obbliga a sbilanciarci in avanti, che è l’unico modo per camminare. Che si parli del Salone, della lettura, del futuro del mondo, sta ad ognuno di noi, secondo la propria sensibilità, i sogni e le speranze, terminare quella frase con un triste “…finirà”, oppure un “…sarà meglio di oggi”. E comportarsi di conseguenza. Io sceglierei la seconda.

(*) direttore “La Fedeltà” (Fossano)