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“Si vede che hanno una particolare empatia i fedeli che si avvicinano alla tomba di Giovanni XXIII nella Basilica di San Pietro. Lo sentono vicino, lo sentono padre, sembra che abbiano ancora nell’orecchio le parole del celebre discorso della Luna, della carezza ai bambini”. Così il cardinale Angelo Comastri, Arciprete della Basilica di San Pietro e vicario generale del Papa per la Città del Vaticano, nella prima puntata del Web Doc #GiovanniXXIII pubblicata oggi Vatican News. Si tratta dell’originale iniziativa editoriale in 21 video clip (una al giorno) per accompagnare il ritorno del Santo nella sua terra natale voluta dal Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede e realizzata da Vatican Media in collaborazione con Officina della Comunicazione, Fondazione San Giovanni XXIII e L’Eco di Bergamo. Il pellegrinaggio, attesissimo dai fedeli bergamaschi e non solo, porterà l’urna contenente le spoglie del ‘Papa buono’ a Bergamo e Sotto il Monte dal 24 maggio fino al 10 giugno.
“Tutti – dice – dovranno riflettere sulla vita di Papa Giovanni, sui ricordi, sulla testimonianza, sull’eredità. Credo che l’intendimento di Papa Giovanni, che vede tutto dal cielo, sia soltanto di dire: conservate intatta quella sorgente dove io ho attinto, dove io ho trovato ispirazione per la mia vita. L’ho presa qui, non è inquinata quella sorgente. Conservatela intatta”.
Secondo il porporato, per Roncalli è stata fondamentale l’influenza ricevuta dalla famiglia. “In famiglia ha imparato soprattutto la semplicità e l’umiltà. Molte volte, infatti, dalla sua bocca sono uscite queste parole: ‘la mia persona non conta niente, è il Signore che conta’. Sentirlo dire da un Papa fa impressione”. Papa Giovanni era davvero umile. “Era la sua semplicità che impressionava. Per questo – prosegue Comastri – è entrato ed è rimasto nel cuore della gente”. L’invito, dunque, è di prestare attenzione al linguaggio di Papa Giovanni XXIII che era comprensibile a tutti. “Ero studente – afferma il cardinale in riferimento al discorso della Luna pronunciato a braccio la sera prima dell’apertura del Concilio – ma ricordo benissimo quando lo ho visto per televisione. Sono rimasto profondamente toccato e emozionato. Sembrava che fosse un padre che parlava ai figli. Non sentivo più la distanza. Come sacerdote – conclude – per me è diventata un’ispirazione per imparare a parlare”.