Politica

Vita pastorale: p. Occhetta (La Civiltà Cattolica), “centro svuotato, ritrovare il valore della mediazione politica”

“Il centro politico, inteso in senso partitico, è stato svuotato e i tanti milioni di elettori, orfani della loro appartenenza, hanno cercato rifugio in altri lidi”. Lo scrive padre Francesco Occhetta, redattore de La Civiltà Cattolica nella nota politica pubblicata nel numero di giugno di Vita pastorale, anticipato al Sir. Ricercando le cause di questo fenomeno, ne indica diverse: “Dagli ininfluenti piccoli partiti alla scarsa attenzione verso la classe media, dalla mancanza delle riforme costituzionali all’ultima legge elettorale che ha premiato le ali e impedito alle forze moderate di allearsi”. Ma – sottolinea Occhetta – “il ‘centro’ politico, inteso come centralità, è molto di più di un’area. È un metodo, un processo antropologico ed etico”. “Il suo interclassismo ha sempre ridotto le disuguaglianze tra le classi sociali ed è l’equilibrio per una società aperta”. Indicandone i meriti, padre Occhetta ricorda come “l’Europa voluta da De Gasperi, la scelta dell’euro nel tempo di Prodi, le grandi riforme sociali approvate sia dal centro-destra sia dal centro-sinistra sono tutte passate dalla mediazione del centro politico”. Alla luce di ciò, lo scrittore gesuita evidenzia come “il ‘centrismo’ politico favorisce l’incontro, è sorgente da cui possano scaturire norme sociali per regole comuni, funge da enzima del sistema, mette in rete l’insieme delle politiche generative dei territori, prende ispirazione dai princìpi costituzionali”. Padre Occhetta segnala anche come la strategia politica “nel tempo post-ideologico e della democrazia ‘im-mediata’” debba portare a “convergere al ‘centro’”, cioè “non formando o sommando forze politiche, ma permettendo che tutte convergano in quello spazio per custodire la cultura costituzionale e ritrovare il valore della mediazione politica”. “Le consultazioni tra i partiti dopo le elezioni del 4 marzo – conclude – dimostrano che non riconoscere la cultura della centralità politica impedisce ogni dialogo in favore del bene di tutti”.