Politica
Vediamo di calmarci, ribadendo la nostra fedeltà all’Europa (pur da cambiare), l’irrevocabilità dell’euro e l’impegno a pagare i debiti!
Altro colpo di scena in questa impressionante “tragicommedia” che ormai da tre mesi tiene un po’ tutti con il fiato sospeso. Difficile, anzi impossibile, stare al passo con quanto si va evolvendo nei “palazzi” e nei partiti. Certo, i due principali protagonisti della bagarre – Di Maio e Salvini – devono (come in molti auspicavamo) essersi resi conto che il Paese stava andando alla deriva, tanto che i due hanno deciso di riprendere il dialogo con il Quirinale, l’uno abbandonando la pazza idea dell’impeachment, l’altro calmando almeno un po’ i suoi spiriti bollenti. L’M5S è addirittura disponibile a riprendere il percorso del governo Conte (ma Salvini non ci sta) e la Lega assicura che non ostacolerà soluzioni rapide per affrontare l’emergenza, pur chiedendo comunque una data per le elezioni (ma …non il 29 luglio, meno male!). Cottarelli, dal canto suo, è disposto a mettersi da parte se dovesse concretizzarsi l’ipotesi di un governo politico (ora ci starebbe anche la Meloni con i suoi Fratelli d’Italia), e comunque servirebbe almeno una “fiducia tecnica” perché un governo potesse avere un minimo di autorità nei prossimi importanti appuntamenti europei e mondiali. A dire il vero, si poteva osare sperare che un sussulto di dignità avrebbe risvegliato i parlamentari neoeletti prima di cedere del tutto alla fatalità. “Questo è il tempo grave della responsabilità – scrive il presidente della Cei card. Bassetti su ‘Avvenire’ -. Mai come oggi c’è bisogno di rispettare la volontà popolare che si è espressa liberamente il 4 marzo, e tutte le istituzioni civili, dalla più elevata, il Capo dello Stato, alla più rappresentativa, il Parlamento”.
Del resto, l’impennata dello spread che ha superato i 300 punti (anche se poi – quando si è percepito un certo rinsavimento del mondo politico – è calato), nonostante si ribadisca che i “fondamentali” dell’economia italiana sono solidi, ha ben fatto temere il peggio. I protagonisti del movimentismo di piazza dovrebbero capire chiaramente che – come ha sottolineato il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco – “Non è l’Italia che sta diventando più indipendente, sono gli altri che ci stanno lasciando!”. Dunque, vediamo di calmarci, ribadendo la nostra fedeltà all’Europa (pur da cambiare), l’irrevocabilità dell’euro e l’impegno a pagare i debiti! Salvini ora vuole anche raccogliere firme per l’elezione diretta del Capo dello Stato, mentre qualcuno suggerisce al Pd di costituire un nuovo partito in difesa della Repubblica. Tutte idee già in chiave elettorale, con tutti gli altri calcoli possibili; ma è urgente ora procedere con saggezza, senza altri colpi di testa. Puntando – lo diciamo ancora una volta – al bene degli italiani e non al fatuo vantaggio dei partiti.
(*) direttore “Nuova Scintilla” (Chioggia)