Politica

Il tempo delle scelte

È nuovo il tipo di società, definita orizzontale, da cui scaturiscono queste nuove formazioni politiche; cioè una società in cui nessuno è più importante di un altro, dove tutti sono partecipi delle decisioni prese. Speriamo non significhi che non ci sono più principi etici, anteriori alle decisioni e fondati sulla dignità umana

Finalmente, dopo quasi novanta giorni, si è arrivati a nominare un presidente del Consiglio e un governo politico per l’Italia. Quello che è successo tra la fine di maggio e l’inizio di giugno ci fa comprendere quanto sia necessario un lavoro di formazione ai doveri civili di cittadini responsabili.
Ottone di Bismarck ha coniato l’aforisma: “Non si dicono mai tante bugie quante se ne dicono prima delle elezioni, durante una guerra e dopo la caccia”. Tra i fraintendimenti, c’è l’espressione: “Il popolo italiano ci ha scelto”. La somma dei voti dei due partiti al governo non arriva alla maggioranza degli elettori italiani; neanche con l’appoggio di Fratelli d’Italia. Secondo Sabino Cassese nessuno ha vinto le elezioni; governano i migliori perdenti. Per loro è il tempo di scelte vere e responsabili, non più di chiacchiere.
È nuovo il tipo di società, definita orizzontale, da cui scaturiscono queste nuove formazioni politiche; cioè una società in cui nessuno è più importante di un altro, dove tutti sono partecipi delle decisioni prese. Speriamo non significhi che non ci sono più principi etici, anteriori alle decisioni e fondati sulla dignità umana.
Questa società dovrebbe essere la premessa della democrazia diretta; irrealizzabile, anche se c’è un ministero per questo, a meno che non si riduca ai referendum popolari.
Certamente bisogna abbandonare la tecnica dell’insulto, dell’uso di notizie falsate. Invece della rabbia per la crisi bisognerà individuarne l’origine, per trovare la via da cui uscirne. Il cardinal Bassetti si è detto pronto al dialogo con questo governo, risultato dalle ultime elezioni. Il dialogo implica che il mondo cattolico si esprima con una ricchezza di idee e pensieri che, al momento, sembrano essere assenti. Una società non è uguale alla somma di individui, è invece un organismo in cui pensieri e progetti crescono in un costante lavorio. L’impressione è che manchi un pensiero politico dei cattolici senza integralismi, secondo la Gaudium et spes 42 “…la missione propria che Cristo ha affidato alla sua Chiesa non è d’ordine politico, economico o sociale: il fine, infatti, che le ha prefisso è d’ordine religioso. Eppure proprio da questa missione religiosa scaturiscono compiti, luce e forze, che possono contribuire a costruire e a consolidare la comunità degli uomini secondo la legge divina”. Ciò significa che quella luce e quelle forze devono far crescere la partecipazione dei cattolici, non solo alle elezioni, ma alla costruzione di un substrato etico da cui fermenti una cultura politica.

(*) direttore “Il Momento” (Forlì-Bertinoro)